venerdì 28 febbraio 2014

LA TELEFONATA CHE NON ARRIVA

“…tra poco dovrebbe squillare il telefono…ma…il silenzio, forse non prende, forse c’è qualcosa che non va nella linea, Allora provi a fare una telefonata qualsiasi e…la linea funziona, il campo c’è.
Pensi che sia stata una dimenticanza, aspetti un giorno, e poi due, e poi tre, quando squilla speri che il chiamante sia proprio lui…invece no! 
A questo punto ti chiedi il perché, ci si potrebbe sentir deluso, arrabbiato, quantomeno preso in giro ( per rimanere educati ). 
Invece no! La faccenda non sfiora minimamente, anzi, mi fa capire ancor più di quello che avevo già capito…”

Lo scorso lunedì 24.02.14 dalle ore 16,30 sono partite una serie di telefonate dai vari capi vicentini verso i propri collaboratori astigiani, colleghi che sono stati scelti per la propria professionalità a proseguire la loro attività lavorativa a Dueville ( VI ). 
E tutti gli altri? La risposta è molto semplice: niente.
I capi vicentini non hanno avuto il coraggio di farsi sentire, tanto per dire anche solamente un “mi spiace” o “non fai parte del progetto”, era troppo, troppo impegnativo, il rischio di qualche vaffa* era troppo alto, indifferenza o vigliaccheria? Sicuramente la seconda. 
Stipendiati profumatamente si spacciano per leader e non sono capaci di gestire i momenti critici figuriamoci il resto.

Intanto noi tutti siamo qui fino alla fine e rimarremo a testa alta orgogliosi, qualcun altro non avrà il coraggio di guardarci negli occhi perché la coscienza sporca impedirà di farlo. 
COMPLIMENTI!!!!

...il pensiero di tutti

Caso Askoll: la politica “convocata” in municipio

Mentre prosegue davanti ai cancelli la mobilitazione del fronte sindacale, stasera a Castell’Alfero anche al politica si occuperà del caso Askoll. 
Fernando Tognin e Angelo Marengo, sindaco e vice di Castell’Alfero, hanno invitato parlamentari, amministratori regionali, il commissario della Provincia e i sindaci, sindacati, associazioni di categoria, Camera di commercio all’incontro di stasera a Castell’Alfero.





giovedì 27 febbraio 2014

...SCUSATE IL DISTURBO !

Un ringraziamento va per la solidarietà ricevuta da tutti quei lavoratori vicentini che si sono uniti alla protesta pacifica, nonostante i pregiudizi di paura che correvano lungo i corridoi della Holding trasmessi a tutte le divisioni per le devastazioni che potevano verificarsi con l’arrivo degli “Unni” piemontesi, mettendo improvvisamente in cassa integrazione i lavoratori di Askoll Tre.
Un ringraziamento alle Forze dell’Ordine che ci hanno accompagnato lungo il percorso ( purtroppo diverso da quello concordato ed autorizzato ), e alla Polizia del Reparto Mobile in tenuta antisommossa parcheggiati all’interno del parcheggio della Holding pronti all’intervento nel caso si fosse reso necessario.
Anche ieri pensiamo di aver dato dimostrazione di grande civiltà, di essere pronti al dialogo in qualsiasi momento, ma non è così per tutti perchè quello che ci siamo sentiti rispondere da un alto dirigente è stato uno sconsolante “…non posso parlare con voi…”.  
Purtroppo la stessa solidarietà non è stata espressa da tutti, chi per noncuranza, chi per fastidio o come qualcuno scappato vigliaccamente anzitempo. Alcuni hanno osservato da dietro le vetrate specchiate, chi per curiosità, chi magari lasciandosi andare in qualche commento di indignazione, e come qualcuno che non ha visto l’ora di pulire le tracce lasciate dai manifestanti di fronte alla sede di Comando, consistenti in semplicissimi cartelloni.
Sono passati pochi minuti, giusto il tempo che il  pullman dei lavoratori di Askoll P&C scomparisse all’orizzonte scortato dalle Forze dell’Ordine fino all’ingresso autostradale, che due adepti uscissero dalla Holding armati di forbici per distruggere le prove di quella manifestazione che assolutamente non sarebbe piaciuta al Signor ( se così si può definire ) Marioni, nonostante fosse assente per FERIE.
Non hanno tenuto in considerazione l’ipotesi che qualche lavoratore attardatosi, fosse ancora presente di fronte alla Holding. Questi ultimi hanno provveduto ad immortalare il momento inglorioso di una Direzione totalmente devota alla proprietà e di conseguenza scarsamente sensibile al triste destino dei “colleghi” e a quei pochi sfoghi che si portano appresso i circa 220 lavoratori astigiani che stanno per perdere il proprio posto di lavoro. 




mercoledì 26 febbraio 2014

ASKOLL P&C - A COSA SONO SERVITI GLI INVESTIMENTI SBANDIERATI DAL DOTT. FURLAN

Nell’ottobre 2008 la società ASKOLL con sede a Dueville (VI) acquista dalla multinazionale americana Emerson il gruppo EAME, del quale fanno parte gli stabilimenti italiani di Moncalieri (TO) ex Plaset con circa 330 dipendenti e una produzione di circa 20 milioni di pompe di scarico per lavatrici all'anno, oltre a ventilatori per forni e di Castell'Alfero (AT) ex CESET con 296 dipendenti e una produzione di circa 2,5 milioni di motori per lavatrici all'anno); vengono contestualmente acquisiti anche gli altri stabilimenti EAME ubicati in Slovacchia, Romania e Cina, tutti dediti alla produzione di questi motori per il mercato del bianco.
Il gruppo ex EAME prende il nome di Askoll P&C.
Con questo acquisto l’Askoll ha una quota di mercato del 40% dei motori per lavatrici europei.
Inizia da subito un piano di ristrutturazione che, a detta dei vertici ASKOLL, avrebbe comportato per l'azienda un investimento di circa 16 milioni di euro (poi divenuti oltre 20) per modernizzare il prodotto, a fronte di una riduzione del personale fino ad arrivare a 158 unità a Moncalieri e 204 a Castell'Alfero.
La modernizzazione del prodotto, per quanto riguarda Moncalieri, è consistita in una riconversione delle pompe di scarico ivi prodotte, in quelle prodotte da ASKOLL a Dueville (VI). Questa operazione definita dall'azienda “askolizzazione”, ha avuto un esito drammatico in quanto, a seguito del rifiuto dei clienti ad acquistare un prodotto diverso ad un prezzo maggiore, non solo vi è stata una perdita di volumi dovuta alla crisi come afferma l'azienda per giustificarsi, ma perdite colossali di quote di mercato a vantaggio di concorrenti anche Europei, uno spagnolo in particolare e ad oggi la ASKOLL ha perso tutto il mercato “comprato” con l'acquisizione della ex Plaset.
Lo stabilimento di Moncalieri è stato chiuso per cessata attività a fine 2011.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Castell'Alfero, la modernizzazione ha consistito nella progressiva delocalizzazione del cosiddetto motore universale, al momento dell'acquisizione prodotto in circa 2,5 milioni di pezzi l'anno, per soppiantarlo con un motore “AskollMotor” progettato a Dueville che, secondo il patron delll'ASKOLL Elio Marioni, avrebbe dovuto essere prodotto in circa tre milioni di pezzi l'anno. Peccato che questa, come tutte le altre ormai consuete sparate faraoniche sui giornali vicentini e su Milano Finanza NordEst, sia stata in breve tempo smentita dalla realtà dei fatti. Il 2013, anno di maggior produzione dell'AskollMotor, si è chiuso con 300.000 pezzi prodotti. Esattamente un decimo di quelli paventati dal Sig. Marioni. L'imposizione di questo motore da parte del managemant ASKOLL, ha di fatto stoppato il cammino verso la messa in produzione di un motore che si stava sviluppando a Castell'Alfero, in collaborazione con il Politeco di Torino e facente parte di un bando del Ministero dello Sviluppo Economico, il progetto EROD. Lo sviluppo del motore è ripreso solo di recente, a fronte di pressioni dei vertici dello stabilimento astigiano. La delocalizzazione del motore universale, non ha fermato la perdita di quote di mercato a vantaggio di concorrenti non solo cinesi, ma anche in particolare di uno italiano (la Sole ex reparto motori della Electrolux di Porcia).

Oggi 25 febbraio 2014, la ASKOLL ha presentato richiesta di mobilità collettiva per cessazione attività per tutti i dipendenti dello stabilimento di Castell'Alfero.
E' inoltre doveroso sottolineare che tutte le linee ed i macchinari installati presso i siti di Moncalieri e Castell'Alfero, sono stati prodotti o acquistati e poi rivenduti a prezzo maggiorato a ASKOLL P&C da ASKOLL4.
Praticamente per la maggior parte di essi, gli investimenti non sono stati soldi spesi a vantaggio di terzi, ma soldi che uscivano da una tasca per rientrare nell'altra...

martedì 25 febbraio 2014

Lettera di licenziamento collettivo.

Come da copione, e nel più classico stile Askoll, la risposta dell'azienda ai timori delle maestranze non si è fatta attendere. In contemporanea ad una riunione convocata per oggi pomeriggio in quel di Vicenza alla quale sono stati invitati solo un ristrettissimo numero di fedelissimi, ad Asti è giunta una lettera di licenziamento collettivo tutti i dipendenti dello stabilimento di Castell'Alfero. Ancora una volta il "divide et impera" tanto caro ai nostri avi viene utilizzato dalla proprietà per spaccare i lavoratori e diminuirne la forza e la coesione. Una politica che insieme alla disinformazione e alla menzogna sistematica è ormai il vero leitmotiv di questo lungometraggio tragicomico che dura ormai da oltre due anni.



venerdì 21 febbraio 2014

Piove sempre sul bagnato ...

Dopo aver preso comiato dai colleghi ormai due anni or sono, mi ero ripromesso di non scrivere più su questo blog, troppi ricordi, troppi pensieri ma, sentendo le notizie di chiusura dello stabilimento che sempre più insistentemente si fanno avanti non posso evitare di fare quantomeno qualche considerazione.

Prendo spunto da quanto recentemente comparso sulle pagine on-line di "VicenzaPiù", che riporto letteralmente di seguito: "Della situazione astigiana della Askoll si stanno occupando oltre a La Stampa anche La nuova Provincia e La gazzetta di Asti, mentre nulla di più di quanto scriviamo noi, stiamo leggendo a Vicenza, nè sui media nè da parte dei sindacati locali. Nè tanto meno siamo a conoscenza di azioni di solidarietà con i colleghi astigiani dei lavoratori vicentini, non sappiamo se per la disinformazione mediatica e sindacale o per la sparizione degli ormai troppo vecchi sentimenti di condivisione dei problemi."

Queste parole pesano come macigni, poichè ancora una volta emerge il totale disinteresse da parte di Askoll Vicenza e più in generale delle istituzioni e dei sindacati veneti per le vicende dei colleghi piemontesi.
Non siamo nuovi a questa forma di oblio e di disinformazione sistematica operata da Askoll, proprio come due anni fa l'azienda si adopera al fine di confondere e disinformare, fuggendo e negandosi di fronte a qualsiasi richiesta di chiarimento, finanche da parte delle istituzioni.
E' vero, ci si sarebbe aspettati forse almeno un gesto di solidarietà da parte dei colleghi di Vicenza, ma penso (spero) più per paura di ritorsioni che per altro nulla è arrivato, e dire che proprio a Vicenza oggi lavorano alcuni colleghi precedentemente impiegati negli stabilimenti Astigiano e Torinese. Da loro, come da tutti gli altri, non una parola.
In questi giorni abbiamo sentito parlare di mobilitazioni, di cortei e di presidi. I giornali locali fanno un gran can can, ma dove conta, dove l'opinione pubblica dovrebbe sapere, dove la gente dovrebbe rendersi conto di chi è veramente Elio Marioni, del fatto che non si è fatto nessuno scrupolo a mettere in mezzo ad una strada 500 famiglie, li a casa sua, tutto tace, perchè li Elio Marioni è una specie di sant'uomo un intoccabile (o almeno così lui si considera). Li, a casa sua, il gran timoniere, si permette persino di "prestare" al comune 100.000 euro, come anticipo sulle opere di urbanizzazione del suo "Centro Equestre Internazionale" (un progetto da ben 25 milioni di euro). Che nome vogliamo dare a questa cosa ? Cosa si sarebbe detto se questo fosse successo a Caltagirone ed Elio si fosse chiamato chessò Pasquale o Salvatore ? Ogni lettore può fare a questo punto le sue personali considerazioni, io le mie le ho già fatte.
Allora che dire, credo che il sentimento comune sia quello di chi ormai abbandonato si avvia rassegnato al suo destino. Nelle poche parole scambiate occasionalmente in questi mesi con qualche collega non sono riuscito a cogliere che rassegnazione, non più la speranza o la convinzione che la lotta possa portare a qualche soluzione. Forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più prima che la situazione arrivasse a questo punto, quando due anni fa si decise di terminare lo sciopero sulla scorta di un accordo troppo stretto e di promesse puntualmente disattese, o forse no, forse quello era tutto quello che ci era dato di ottenere, due anni di agonia, non lo sapremo mai. Sta di fatto che all'orizzonte si vedono solo nuvoloni neri e pioverà, ancora una volta, sul bagnato.

giovedì 20 febbraio 2014

GRAZIE MARIONI

Viene da ridere a leggere certe affermazioni da parte dell'Azienda. Sono passati quasi 6 anni dall'acquisizione e quello che si e visto è stato affossare senza affanno un'azienda che era il fiore all'occhiello dell'astigiano. Hanno perso volumi e clienti e conseguentemente fatturato per loro incapacità, ma tutto questo non è stato sufficiente.
Sono state fatte operazioni finanziare per accrescere le perdite aziendali (esempio comprare macchinari nuovi da aziende del gruppo per poi rivenderle al nostro stabilimento con un incremento del 30%).
E poi ci vengono a dire con facce da tolla che hanno investito 25 milioni di euro senza guadagnare nulla.
Chi ha portato lo stabilimento ad una perdita di 6 milioni all'anno?
Non penso che siano stati gli operai che producono o gli impiegati che operano per tenere attivo uno stabilimento ma una continua incapacità della Direzione Aziendale che non ha cavalcato i momenti migliori durante la crisi del settore.
Il sig. Marioni pensa solo ai suoi giocattoli che ogni tanto si inventa mettendo a repentaglio persone e famiglie. Un uomo senza scrupoli. Ora ha il pallino per il suo progetto del centro ippico internazionale più grande d'Italia per poi passare alla mobilità elettrica, purchè il tutto avvenga sul suo territorio a discapito di chi non lo conosceva neanche.
Sarà forse per rancori del passato con il gruppo Plaset/Ceset?
Ho notato che per farsi notare sul suo territorio è stato bravo ad elargire denaro in contante alle amministrazioni ma tutto questo per essere un vero signore con la S maiuscola non basta. Come diceva un noto attore Totò "Signori si nasce".
Forse lui ha avuto la fortuna di trovarsi qualche soldo in tasca.
Spero che si metta la mano sulla coscienza ma conoscendo i suoi collaboratori che non lo aiutano tutto questo non succederà.

Askoll, «stop al bocco se l'azienda firma che non chiuderà»

«Rimuoveremo il blocco della produzione solo se la proprietà ci fornirà garanzie scritte e ufficiali che non chiuderà lo stabilimento di Castell'Alfero. In caso contrario, continueremo lo sciopero ad oltranza». E' la posizione dei lavoratori della Askoll (ex Ceset) dopo i giorni convulsi che li hanno visti aderire in massa allo sciopero promosso da tutte e tre le sigle sindacali del settore (Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil), bloccando di fatto la produzione dello stabilimento, che realizza motori per lavatrici. La ragione? I timori sempre più incalzanti che la proprietà voglia chiudere lo stabilimento per trasferire la produzione nell'Est Europa, ripetendo lo schema già attuato l'anno scorso per una reparto dello stabilimento. Per questo motivo un centinaio di lavoratori è sceso in piazza venerdì mattina, prendendo parte ad un corteo partito da corso Casale e arrivato in piazza Alfieri, sotto la Prefettura, che ha visto camminare fianco a fianco lavoratori e sindacalisti, muniti di bandiere, striscioni, fischietti e tamburi.

«Piuttosto che aspettare che venga chiuso - commentava Giuseppe Morabito (Fiom Cgil) lungo il tragitto - meglio esplorare nuove soluzioni per difendere l'occupazione, come la vendita dell'azienda se la proprietà non fosse più interessata a produrre in questo sito. Parlo di interesse in quanto ricordo che la situazione del Gruppo Askoll, nel panorama italiano, è positiva, nonostante le difficoltà dello stabilimento di Castell'Alfero». Le preoccupazioni dei lavoratori, come accennato, sono anche legate a quanto successo lo scorso agosto, quando la proprietà ha trasferito in Slovacchia la produzione del motore cosiddetto "universale". Il trasloco ha interessato 60 dipendenti attualmente in cassa integrazione per cessazione di attività fino al prossimo 8 giugno. Ma gli ammortizzatori sociali sono stati chiesti anche per i 150 dipendenti rimasti a Castell'Alfero, impegnati nella produzione di un motore tecnologicamente più evoluto, denominato "Askoll motor": per loro, infatti, sono in vigore i contratti di solidarietà che scadono il 7 giugno.

«Ci hanno tolto la dignità», afferma Bruno Pistillo, operaio. « Lavoro in questa azienda dal 1991, e, da alcuni anni a questa parte, la situazione è sempre peggiorata, sia in termini di prospettive (il gruppo Askoll ha già chiuso lo stabilimento di Moncalieri nel 2011) sia di occupazione, a causa di progressive riduzioni del personale». Basti pensare, infatti, che dall'inizio degli anni Duemila, in concomitanza con il primo passaggio di proprietà (da Ceset al gruppo americano Emerson) si è passati da circa 600 dipendenti agli attuali 150 (più i 60 in cassa integrazione per cessazione di attività). «Sappiamo che la proprietà mira a nuovi sbocchi produttivi, dato che il settore degli elettrodomestici, effettivamente, è in forte crisi in Italia - ha aggiunto Mauro Gamba (Rsu Uilm) - per cui chiediamo che anche lo stabilimento di Castell'Alfero possa essere riconvertito in queste nuove produzioni. Per farlo basterebbero piccoli accorgimenti».

Di tutto questo i sindacalisti hanno anche discusso lunedì in Regione, in occasione dell'incontro chiesto nelle scorse settimane per illustrare la preoccupante situazione dello stabilimento all'assessore al Lavoro, Claudia Porchietto. «Abbiamo presentato il quadro della vicenda all'Amministrazione regionale - ha spiegato Silvano Uppo (Uilm Uil) al termine della riunione - che ha espresso la disponibilità a partecipare all'incontro al Ministero previsto a marzo». Ora bisogna vedere come evolverà la situazione (ancora ieri sera, mentre il giornale era in stampa, i lavoratori erano riuniti in assemblea per decidere le modalità di prosecuzione dello sciopero). Il primo "esame" sarà l'incontro in programma mercoledì, fissato dalla proprietà nelle scorse settimane per incontrare in stabilimento i sindacati, sempre che non decida di farlo saltare considerato il blocco della produzione (la condizione che pone per la ripresa delle trattative è la fine dello sciopero). Il secondo, come accennato sopra, è in programma il 10 marzo al Ministero del Lavoro, alla presenza dei sindacati e degli Enti locali.

Un incontro spostato di alcune settimane dall'azienda rispetto alla data iniziale perché in attesa di importanti risposte dal mercato. «Non possiamo negare - affermava nei giorni scorsi Massimo Furlan, direttore Comunicazione e Marketing del Gruppo Askoll - che la situazione sia complessa, in quanto lo stabilimento appartiene al settore della componentistica per elettrodomestici, i cui produttori italiani si trovano molto in difficoltà, tanto che al Ministero dello Sviluppo economico sono numerosi i tavoli aperti per tentare di risolvere la grave crisi in cui versa il cosiddetto settore "del bianco". Una situazione incerta, quindi, nell'ambito della quale non possiamo escludere alcuna evoluzione. Siccome però - aggiungeva - l'azienda sta facendo negoziazioni con importanti clienti, da cui deve ancora ricevere conferme, l'incontro del 10 marzo sarà l'occasione per discutere del futuro dello stabilimento alla luce di queste risposte». (Art. "La Nuova Provincia" - Elisa Ferrando)

lunedì 17 febbraio 2014

SITUAZIONE STABILIMENTO Askoll P&C di Castell’Alfero (AT)

Attualmente presso lo stabilimento Askoll P&C di Castell'Alfero (AT) sono in forza circa 225 addetti; il sito fa parte del gruppo ASKOLL ed è specializzato nella produzione di motori elettrici sin dalla sua nascita (1977), ora in particolare per lavatrici.

Nell’ottobre 2008 la società ASKOLL con sede a Dueville (VI) acquista dalla multinazionale americana Emerson il gruppo EAME, del quale fanno parte gli stabilimenti italiani di Moncalieri (TO) ex Plaset con circa 330 dipendenti, di Castell'Alfero (AT) ex Ceset con 296 dipendenti; vengono contestualmente acquisiti anche gli altri stabilimenti esteri Eame ubicati in Slovacchia, Romania e Cina, tutti dediti alla produzione di motori elettrici.
Il gruppo ex Eame prende il nome di Askoll P&C.
Con questo acquisto l’Askoll ha una quota di mercato del 40% dei motori per lavatrici europei.

Il percorso di ristrutturazione industriale dello stabilimento astigiano inizia subito.
Per Castell'Alfero, nei piani Askoll destinato a divenire il polo di sviluppo ed industrializzazione del motore per lavatrice del gruppo, viene presentato un piano di ristrutturazione articolato che prevede il ricorso a 24 mesi di CIGS per ristrutturazione, dal giugno 2009 al giugno 2011 (D.M. n. 50955 del 25/03/2010), con una parallela apertura di Mobilità volontaria.
Il 7 giugno 2011 allo scadere del biennio, visto la complessità dei processi produttivi avviati, si procede ad un ulteriore istanza di 12 mesi di CIGS per ristrutturazione conclusa nel giugno 2012.

Analogo destino ha la Askoll P&C di Moncalieri, la ex Plaset fondata nel 1975 dall'ing. Cottino e specializzata nella produzione di motori elettrici, in particolare pompe di scarico per lavatrici e i ventilatori per forni, cappe e tangenziali. Iniziato un percorso di ristrutturazione industriale con l’utilizzo di 24 mesi di CIGS per ristrutturazione (giugno 2009-giugno 2011) e un investimento di circa 9 milioni di euro, purtroppo l'Askoll chiude dello stabilimento per crisi (in forza 208 lavoratori) con avvio della CIGS per cessazione attività da giugno 2011, concessa con D.M. per 2 anni sino a inizio giugno 2013 e ulteriori 6 mesi di CIGD (Cigs in deroga) concessa dalla Regione Piemonte (termine 5 dicembre 2013).

Dal 2012 la sede legale della Askoll P&C viene trasferita a Castell’Alfero, mentre in precedenza era presso lo stabilimento di Moncalieri, chiuso di fatto a fine novembre 2011.

Per lo stabilimento di Castell’Alfero il 5 giugno 2012 presso il Ministero del Lavoro a Roma, viene sottoscritto un verbale di accordo con relativo piano industriale per la cessazione della produzione del “vecchio” motore universale MCA per lavatrice, con delocalizzazione presso la stabilimento in Slovakia e con conseguente chiusura del reparto produttivo dedicato, con un piano di 101 esuberi gestiti con la concessione di 24 mesi di CIGS per cessazione dal 7 giugno 2012 all’8 giugno 2014 (D.M. n. 70713 del 14/01/2013).
ln parallelo per i Reparti ed Enti-Servizi non destinati alla chiusura, principalmente impiegati nella produzione del nuovo motore Askollmotor, sviluppato a Dueville e industrializzato a Castell’Alfero con un investimento di circa 9 milioni di euro, veniva presentata istanza per ottenere i Contratti di Solidarietà (D.M. n. 70281 del 20/12/2012) dal 08/06/2012 al 07/06/2013.

Nell'agosto del 2013 le produzioni del motore universale MCA, sono definitivamente cessate con conseguente mezza in Cigs a zero ore di circa 70 lavoratori e delocalizzazione della Linea di produzione del motore in Slovakia.
Purtroppo la produzione del motore Askollmotor, oramai l’unico prodotto industrializzato nel sito astigiano, trova a tutt’oggi difficoltà a raggiungere i volumi attesi dal piano industriale prospettato.
Attualmente l'azienda Askoll P&C è in attesa della pubblicazione del Decreto Ministeriale di concessione del 2^ anno di CIGS per chiusura Reparto MCA e del secondo anno di Contratti di Solidarietà; entrambe queste istanze sono state presentate a giugno 2013.

Il 31 ottobre 2013 presso l'Unione Industriale di Asti, si sono incontrate le RSU aziendali assistite dalle segreterie territoriali di FIM FIOM UILM e la Direzione della Askoll P&C.
In tale incontro, richiesto dalle Rsu sulla base di preoccupanti voci sul futuro aziendale, è emerso che la Direzione Aziendale, visto la situazione di crisi del settore dell'elettrodomestico, non esclude la possibilità che si proceda alla cessazione dello stabilimento di Castell'Alfero già a giugno 2014.

Dopo tale affermazione è stata richiesta dalle OO.SS. unitamente alle RSU aziendali la convocazione di un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico al fine di verificare un piano alternativo alla cessazione.
Successivamente sono emerse voci su una possibile vendita del settore motori e pompe per elettrodomestici da parte di Askoll Holding.

In data 06.12.2013 presso il Ministero dello Sviluppo Economico, rappresentato dal dottor Giampiero Castano, con presenti RSU e OO.SS., l’Azienda ha confermato che a riguardo del futuro dello stabilimento della Askoll P&C di Castell’Alfero fra le ipotesi vi è la chiusura dello stabilimento.
Nella stessa riunione ha detto che il relativo piano industriale, per difficoltà di mercato, ha visibilità solo a tre mesi; ha escluso la ventilata vendita del settore motori per elettrodomestici da parte di Askoll Holding.

Il dottor Castani, preso atto di tali dichiarazioni, che saranno messe a verbale, ha ritenuto opportuno rivedere le parti a febbraio 2014.
L'Azienda ha richiesto espressamente al MISE di fissare l'incontro non prima del 10 Marzo.
Il ministero ha concordato venendo incontro alle richieste dell'Azienda di fissare l'incontro per il 10 Marzo presso il Ministero.
Oggi 17 Febbraio l'Azienda si è rifiutata di incontrare in un tavolo istituzionale la Regione Piemonte.
Siamo in attesa che l'Azienda venga incontro alle richieste sindacali per un incontro davanti a un tavolo istituzionale per capire la vera volontà di proseguire sul sito di Castell'Alfero o se i presupposti siano quelli di chiudere definitivamente lo stabilimento.

sabato 15 febbraio 2014

Nuovo incontro al MISE

Giovedì  13 Febbraio è arrivata la conferma. Il MISE ha fissato la tanta attesa data per l'incontro tra  i sindacati territoriali FIOM-CGIL, FIM-CISL e UILM-UIL e le RSU e l'Azienda Askoll il 10 Marzo 2014. Alla riunione saranno presenti anche le istituzioni locali.