giovedì 17 aprile 2014

FIGLI DI UN DIO MINORE

Dopo quasi due mesi di presidio e di sciopero, manifestazioni, dibattiti, can can sui media, e finanche un'interrogazione parlamentare, un accordo fra azienda e mestranze è finalmente stato raggiunto. L'elefante ha partorito il topolino. Per un altro anno ancora, Askoll continuerà l'attività produttiva in quel di Castell'Alfero. Delocalizzazione scongiurata quindi per ora e centocinquanta posti di lavoro preservati. ma come centocinquanta posti di lavoro ? Solo poche settimane fa si parlava di duecentoventi ed ora i numeri sono improvvisamente cambiati ? No ... o meglio, si perchè ci sono 70 lavoratori che di questo accordo non faranno mai parte, per loro il 7 di giugno si apriranno le porte della mobilità, con soddisfazione dell'azienda, buona pace dei loro colleghi e benestare dei sindacati assolutamente indifferenti a questa particolare situazione. Questi colleghi sono coloro che si trovavano già in cassa integrazione e zero ore a seguito della delocalizzazione delle linee di produzione del motore a collettore attuata da askoll nell'estate scorsa.

"L'azienda è stata assolutamente irremovibile su questo aspetto.", mi è stato detto, da un rappresentante del sindacato. Certo, dico io, come era assolutamente irremovibile su tante altre cose, ma lottando insieme si è raggiunto un risultato, forse che anche queste persone non hanno dato il loro contributo? Eppure sono rimaste tagliate fuori. Sacrificate sull'altare dell'interesse dei più. Su questo punto non è mai stato fatto neppure un tentativo serio di ottenere un accordo equo. Non solo questi lavoratori non potranno usufruire degli ammortizzatori sociali, ma per loro non è stata neppure presa in considerazione un'ipotesi di buon uscita incentivata. nulla assolutamente nulla è stato ipotizzato o tentato per loro.
Ancora, e questa volta non solo per volontà dell'azienda, sono stati applicati due pesi e due misure, come se il lavoratore potesse, per sua ventura, essere annoverato fra i beneficiari di un accordo solo per il fatto di aver lavorato su questa o su quella macchina.

Analizzando bene le clausole non vi è comunque da star allegri, a parte il fatto di aver ottenuto un anno di bonus e prolungato quindi l'agonia per una manciata di mesi ancora, il che comunque non guasta visto che si tratta di portare a casa la pagnotta, non mi sembra di intravedere grosse prospettive. Intanto è chiaro e lampante che il prossimo anno l'azienda chiuderà e che sia chiara questa volontà lo dimostrano anche i termini dell'accordo che recitano testualmente:
"Le parti concordano altresì che l’attuazione della presente intesa non può prescindere dal regolare e pacifico svolgimento dell’attività lavorativa da parte delle maestranze. Ciò anche nel caso della denegata ipotesi di possibile cessazione dell’attività. In caso di cessazione dell’attività sarà in ogni caso garantita dalle maestranze:
il regolare svolgimento delle proprie mansioni nelle more delle procedure di cessazione dell’attività;
lo spostamento di linee e macchinari adibiti alle produzioni che verranno dismesse;
l’affiancamento ai soli fini formativi al personale dell’eventuale acquirente dei macchinari dismessi."

Come dire, per ora non si chiude, ma al prossimo giro non avrete neppure più il diritto di protestare e, anzi, ci aiuterete voi a chiudere, ma questa volta, senza fiatare.
Per non parlare poi dell'accordo economico sugli incentivi all'esodo, tutti rigorosamente "senza alcun onere reciproco rispetto al preavviso e all'indennità sostitutiva dello stesso".

No cari colleghi, non è un bell'accordo, nemmeno un accordo decente, magari l'azienda non avrà vinto ma chi realmente ha perso sono i lavoratori tutti, in primis i 70 esclusi e poi tutti gli altri che, fra un anno o giù di li, li seguiranno ad ingrossare le fila dei figli di un dio minore.


10 commenti:

  1. Si ripete la stessa storia di Moncalieri, anche loro nel 2011 sono stati figli di un dio minore; errare è umano, perseverare diabolico.

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  2. Assolutamente d’accordo!
    Il fatto d’ingrossare virtualmente le fila dei dipendenti, buttando alla stampa il numero più ampio (220 anziché 150) è semplicemente servito per fare qualche clamore in più, ma oltre a ciò, per qualcuno, la sorte dei 70 colleghi era evidentemente già segnata.

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  3. Si parla di numeri: 220...150...70 dimenticati...e così via! Poi leggiamo: l'accordo fa schifo, è il risultato migliore che si potesse ottenere, poteva andare peggio...MA CI RENDIAMO CONTO CHE E' UNA LOTTA TRA POVERI!!!?? Più leggo queste cose più fa venire il nervoso...tutti a giudicare...ora tutti presenti...tutti a dire la propria...peccato che durante i 60 giorni di presidio giravano sempre le stesse persone...IPOCRITI!!!

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    1. caro anonimo, ti sei dimenticato anche il numero 20! il numero delle persone che sono state chiamate a vicenza! parte di queste se ne sono battute il caxxo dei colleghi che insieme a loro hanno lavorato 25/30 anni. il più deludente? uno in particolare! talmente viscido che ha fin tolto il saluto! per vergogna? sarà... PECCATO ME NE SIA ACCORTO TARDI
      buona fortuna donato

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    2. Ecco un altro/a che abbocca al dividet et impera!!Mi saprai dire cio'che proverai quando ti renderai conto che e'davvero finita,ma piu brutto sara'qndo dovrai insegnare il tuo lavoro ad uno slovacco e quando verranno a prenderti le misure sui piedi mentre lavori,per vedere di sistemare le linee sui tir che andranno in slovacchia.A quel punto tu dovrai solo piu fare la pappa pronta all'azienda e nn potrai(per accordi presi e stesi ieri))ne riufiutarti ne fare picchetti.dovrai stare solo zitto e subire..se a te sta bene cosi'...io ci sono gia'passata ad agosto e so cosa si prova..ma nn sapevo che li stava reggendo il gioco il sindacato gia'd'accordo a sacrificare noi 71 x salvare voi..mi spiace ma arrivati a sto punto a voi nn vi salvera'piu'nessuno...rifletti...ps:quelli che nn hanno partecipato al presidio,a sto punto, hanno fatto solo bene, perche'cosi nn se la sono presa in culo come ho fatto io,credendo che si sarebbe fatto qlc per tutti i 220 e nn solo per i 150!! Sabrina Menegatti.

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    3. Ah che bel fraseggio: lotta tra poveri, ipocriti. Beh, diversamente da te, sai cosa rammento, quando ci fu lo sciopero nel Maggio 2011 e molti colleghi/e che all’epoca pensavano di avere le chiappe al sicuro spingevano per entrare, lo ritenevano inutile. Per non parlare del funebre anonimato che ha accompagnato fin dal 2012 la dismissione del reparto MCA e la successiva messa a zero ore dei suoi addetti …o lo spostamento al sicuro (temporaneo)di altri. Circostanze in cui, se la memoria non m’inganna, nessuno ha alzato un dito per obiettare! Ricordo anche, con sdegno, che tutta una serie di nostri colleghi, dall’inizio della crisi, di cassa integrazione ne hanno fatta poca o niente…, a dispetto di molti che ne ciucciavano settimane di fila. Mi sembra, ma potrei sbagliare, che noi tutti abbiamo almeno una bocca da sfamare, molti, a carico, anche più di una! E su questa farsa si potrebbe continuare.
      Ma sai, come qualche nostro collega ha scritto, per fortuna esiste ancora la via del Tribunale e, prima o poi, speriamo che tutti i nodi arrivino al pettine.

      Buona Pasqua!

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  4. La cosa più VISCIDA e più DELUDENTE....che c'è sempre stata la LOTTA TRA POVERI...
    Non c'è mai stata l'unione tra COLLEGHI, sia di reparto sia di uffici vari.
    Ora come ieri TUTTI a lamentarsi......
    MA quanti di VOI... SI SONO o SI ERANO sacrificati ai CANCELLI???
    Quanti dicevano NON TOCCA A ME!!!
    Quanti ancor oggi.. nei 54 giorni NON SI SONO MAI VISTI!!!!
    Alcuni dei 20 chiamati a Vicenza hanno fatto le nottate al cancello..
    di voi quanti avrebbero rinunciato al lavoro per salvaguardare i COLLEGHI ????
    Comodo sputare sempre addosso agli altri....... :(

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  5. Piaccia o meno, il mio pensiero è che ai cancelli bisognava andare e restare quando era ora, quando si era ancora realmente in 220, è inutile chiudere la porta della stalla quando le vacche sono già scappate!
    Quando qualcuno ha deciso di spostare il reparto MCA, l’unico prodotto che per oltre vent’anni ha dato seriamente da vivere alla C.E.SET, contemporaneamente si è messa la croce sullo stabilimento. Si è fatto qualche cosa di concreto per impedirlo? Ai posteri l'ardua sentenza.

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  6. Tutto questo si sapeva ed era stato sventolato da alcuni colleghi vicentini già 4 anni fa. Loro sapevano che il progetto era quello di chiudere gli stabilimenti di Moncalieri e poi quello di Castell'Alfero. Peccato che a rimetterci siamo solo noi che ora stiamo scrivendo la guerra dei poveri. Alla fine del percorso chi prima e chi dopo saremo tutti a casa, grazie a un azienda di nome Askoll che ha sempre detto che il loro nome era una "garanzia". Bella garanzia!!!! Ora dico a tutti ma siete resi conto in che mani siamo capitati? Questi sono solo delle sanguisuga che hanno preso tutto quello che interessava ed il resto lo hanno spazzato via. Hanno preso la nostra fetta di mercato, i soldi dalla Regione e dallo Stato ed ora salutano tutti per andare all'estero. Non pensiate che i colleghi vicentini stiano in migliori acque. Questa è l'Askoll, questo è lo Stato che aiuta gli aguzzini e noi siano solo l'ultima ruota del carro che conta NULLA. I sindacati hanno fatto quello che potevano e ci hanno raccontato quello che volevano magari tenendo nascosto quello che non era dato sapere. Tanto ai tavoli delle trattative noi non ci siamo mai stati. Alla fine se loro si sono messi d'accordo con l'azienda a me non interessa perchè posso gridare che ho la coscienza a posto. Tanto si sa che le aziende per ottenere quello che vogliono sono capaci a comprarsi tutto e magari in nero.

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  7. Colleghi/e, ma ci pensate: tra un anno, molto probabilmente di questi giorni come da accordi, l’azienda le RSU e le OOSS, tutti i bravi ragazzi firmatari dell’accordo, si incontreranno per la verifica…
    …mi raccomando, fate i buoni…!
    Buon primo maggio lavoratori Askoll

    Hasta la victoria siempre

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