giovedì 18 settembre 2014


Calendario svolgimento corsi finanziati da Askoll P&C:

                                        - ADDETTO VENDITE - 600 ore (di cui 240 di stage)
                                        - ADDETTO MAGAZZINO E LOGISTICA

i corsi si svolgeranno presso la Casa Carità Arti e Mestieri di Asti, via Testa 89. 
Sono previste 4-5 uscite al sabato per visite presso aziende.
Inizio formazione in aula 25.09.2014 - termine 10.06.2015, a seguire stage presso aziende dei relativi settori e poi Esame finale per conseguimento Qualifica riconosciuta a livello nazionale.

Iscrizioni entro il 18.09.2014 presso l'Ufficio Personale
Possono accedere ai corsi anche ex dipendenti Askoll in Mobilità.
                                                                    Requisiti: - licenza media 
- frequentazione del 75% del percorso formativo (questo per poter accedere all'esame finale)






martedì 20 maggio 2014

SERATA DI BENEFICENZA

A seguito della FINE DEL PRESIDIO i lavoratori di Castell'Alfero lo scorso 14 aprile hanno organizzato una serata di beneficenza. Il ricavato della serata è stato devoluto alla ADMO ONLUS.

CASTELL'ALFERO E' ANCHE QUESTO.

http://www.admo.it/




giovedì 24 aprile 2014

GRAZIE VICENZAPIU', GRAZIE GIOVANNI COVIELLO

Vorremmo ringraziare VicenzaPiù, il quotidiano web che ci ha dato la possibilità di far conoscere e aggiornare la situazione del nostro stabilimento, anche in quella terra vicentina dove nessuno sapeva, nessuno voleva far sapere o peggio ancora si faceva finta di non sapere.

Direttore, il suo interessamento è andato al di là del dovere professionale.
In questi frangenti è stato emozionante trovare tanta solidarietà e tanto impegno.
Grazie, Direttore: anche a Lei dobbiamo il nostro sorriso.




Un pensiero da parte dei Dipendenti di Askoll P&C di Castell'Alfero.



giovedì 17 aprile 2014

FIGLI DI UN DIO MINORE

Dopo quasi due mesi di presidio e di sciopero, manifestazioni, dibattiti, can can sui media, e finanche un'interrogazione parlamentare, un accordo fra azienda e mestranze è finalmente stato raggiunto. L'elefante ha partorito il topolino. Per un altro anno ancora, Askoll continuerà l'attività produttiva in quel di Castell'Alfero. Delocalizzazione scongiurata quindi per ora e centocinquanta posti di lavoro preservati. ma come centocinquanta posti di lavoro ? Solo poche settimane fa si parlava di duecentoventi ed ora i numeri sono improvvisamente cambiati ? No ... o meglio, si perchè ci sono 70 lavoratori che di questo accordo non faranno mai parte, per loro il 7 di giugno si apriranno le porte della mobilità, con soddisfazione dell'azienda, buona pace dei loro colleghi e benestare dei sindacati assolutamente indifferenti a questa particolare situazione. Questi colleghi sono coloro che si trovavano già in cassa integrazione e zero ore a seguito della delocalizzazione delle linee di produzione del motore a collettore attuata da askoll nell'estate scorsa.

"L'azienda è stata assolutamente irremovibile su questo aspetto.", mi è stato detto, da un rappresentante del sindacato. Certo, dico io, come era assolutamente irremovibile su tante altre cose, ma lottando insieme si è raggiunto un risultato, forse che anche queste persone non hanno dato il loro contributo? Eppure sono rimaste tagliate fuori. Sacrificate sull'altare dell'interesse dei più. Su questo punto non è mai stato fatto neppure un tentativo serio di ottenere un accordo equo. Non solo questi lavoratori non potranno usufruire degli ammortizzatori sociali, ma per loro non è stata neppure presa in considerazione un'ipotesi di buon uscita incentivata. nulla assolutamente nulla è stato ipotizzato o tentato per loro.
Ancora, e questa volta non solo per volontà dell'azienda, sono stati applicati due pesi e due misure, come se il lavoratore potesse, per sua ventura, essere annoverato fra i beneficiari di un accordo solo per il fatto di aver lavorato su questa o su quella macchina.

Analizzando bene le clausole non vi è comunque da star allegri, a parte il fatto di aver ottenuto un anno di bonus e prolungato quindi l'agonia per una manciata di mesi ancora, il che comunque non guasta visto che si tratta di portare a casa la pagnotta, non mi sembra di intravedere grosse prospettive. Intanto è chiaro e lampante che il prossimo anno l'azienda chiuderà e che sia chiara questa volontà lo dimostrano anche i termini dell'accordo che recitano testualmente:
"Le parti concordano altresì che l’attuazione della presente intesa non può prescindere dal regolare e pacifico svolgimento dell’attività lavorativa da parte delle maestranze. Ciò anche nel caso della denegata ipotesi di possibile cessazione dell’attività. In caso di cessazione dell’attività sarà in ogni caso garantita dalle maestranze:
il regolare svolgimento delle proprie mansioni nelle more delle procedure di cessazione dell’attività;
lo spostamento di linee e macchinari adibiti alle produzioni che verranno dismesse;
l’affiancamento ai soli fini formativi al personale dell’eventuale acquirente dei macchinari dismessi."

Come dire, per ora non si chiude, ma al prossimo giro non avrete neppure più il diritto di protestare e, anzi, ci aiuterete voi a chiudere, ma questa volta, senza fiatare.
Per non parlare poi dell'accordo economico sugli incentivi all'esodo, tutti rigorosamente "senza alcun onere reciproco rispetto al preavviso e all'indennità sostitutiva dello stesso".

No cari colleghi, non è un bell'accordo, nemmeno un accordo decente, magari l'azienda non avrà vinto ma chi realmente ha perso sono i lavoratori tutti, in primis i 70 esclusi e poi tutti gli altri che, fra un anno o giù di li, li seguiranno ad ingrossare le fila dei figli di un dio minore.


martedì 15 aprile 2014

CENA DI FINE PRESIDIO

E' stata organizzata una cena per mercoledì 23.04.14 ore 20. 
La cena non è assolutamente stata organizzata per festeggiare il raggiunto accordo tra OO.SS e Azienda, ma per passare una serata tutti insieme per chiudere nel migliore dei modi un periodo molto lungo e faticoso sotto tutti i punti di vista durato ben 56 giornate di PRESIDIO ai cancelli 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non c'è stato freddo, pioggia, sole o altro che ci abbia intimorito o che ci abbia fatto desistere, abbiamo tenuto duro fino all'ultima ora dell'ultimo giorno fino al raggiungimento del risultato: un compromesso accettabile
Nei post precedenti (12 marzo) avevamo raccontato la storia dei "Piemontesi Bugia Nen"...beh in un qualche modo abbiamo mantenuto fede. 

Link: http://askollinlotta.blogspot.it/2014/03/i-piemontesi-bugia-nen.html




Ristorante CIABOT DEL GRIGNOLIN
Via Asti, 136 - Calliano (AT)

Mercoledi 23 Aprile 2014 ore 20.00

Menù

Insalata astigiana 
Vitello tonnato con caramello al limone
Soufflè di asparagi con fonduta
Agnolotti al sugo di arrosto
Trenette all'ortolana
Brasato con patate
Semifreddo al torrone
Bevande, caffè e digestivo compresi

Prezzo: 20 Euro a persona


Partecipate numerosi.
Per conferma o informazioni rivolgersi a: 
  • Zanchetta Walter tel. 328 4645684
  • Buscato Carla tel. 346 9528352


sabato 12 aprile 2014

ORARI ASSEMBLEA SU ACCORDO

Lunedi 14 aprile assemblee sull'Accordo nei seguenti orari:

09.00 - 10.00 normalisti (con presenza delle OO.SS);
11.00 - 12.00 turno mattino;
12.00 - 13.00 turno pomeriggio;
23.00 - 24.00 turno sera;
24.00 - 01.00 turno notte.

Sempre lunedi 14 alle 17.00 le OO.SS saranno in Prefettura per la firma accordo in sede Istituzionale.


VERBALE TRATTAMENTO ECONOMICO DI ACCORDO



martedì 8 aprile 2014

IL SILENZIO

Il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi... (Che Guevara)

Il silenzio è una delle grandi arti della conversazione. (William Hazlitt)

Uomo che ami parlare molto: ascolta e diventerai simile al saggio. L'inizio della saggezza è il silenzio. (Pitagora)

Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti. (Martin Luther King)
                                                                   

lunedì 31 marzo 2014

LETTERA DI SIMONE

Buonasera a tutti,
Sono Simone Bigaran, il “crumiro” protagonista dell’art. datato 30 marzo e vorrei condividere con i colleghi e lettori del blog alcune considerazioni.
Fin dal 13 Febbraio ho, come tutti i lavoratori di Askoll P&C, aderito allo sciopero a singhiozzo e partecipato ai cortei cittadini. 
Come tutti quelli che potevano, ho espresso alla Dirigenza il mio punto di vista sul disastro umano e professionale che si profilava con la scelta dell’azienda di chiudere.
Venerdì scorso ho portato a Vicenza due campioni mentre andavo a fare una riunione e per questo, pedinato e fotografato, sono stato accusato di slealtà.
Forse sono un tecnico mediocre ma sleale no, ho sempre collaborato coi colleghi al massimo delle mie capacità, con l’obiettivo di conseguire risultati per tutti, non solo per l’azienda. Chi ha lavorato con me in questi anni credo possa testimoniare quanto sto scrivendo.
In qualità di responsabile tecnico del motore BPM ho quotidiani e ripetuti contatti con clienti, contatti che, come facilmente potete intuire sono in fase critica dal 13 febbraio. 
In coscienza ho pertanto ritenuto che l’azione da me compiuta fosse non solo opportuna ma direi necessaria.
Mai avrei in ogni caso agito per danneggiare colleghi con cui ho condiviso e condivido il pane quotidiano. 
Continuerò a guardarmi allo specchio e ad incrociare lo sguardo dei miei figli come ho sempre fatto, conscio dei miei limiti come tutti. 
Ovviamente non provo alcun risentimento per chi ha scritto l’articolo e per chi l’ha commentato perché è evidente il clima in cui è nato e sono disponibile a parlarne, se potessi, anche personalmente. 
Grazie per l’attenzione.
In fede 
Saluti
Simone Bigaran

LA PREMONIZIONE

Tratto da FACEBOOK




domenica 30 marzo 2014

IL CRUMIRO


Giovedì 27 marzo nel tardo pomeriggio in Corso Dante angolo Via Gandolfino Roreto il nostro controspionaggio ha intercettato due malintenzionati intenti a passarsi del "materiale sospetto". Sono stati immediatamente identificati, sono due personaggi noti: il nostro mitico Faccio assunto per essere licenziato (?)...che per l'ennesima volta ha fatto da postino, e il nostro collega Bigaran conosciuto come "Il Crumiro" che farà da corriere sulla via di Vicenza. Ora occorre capire: di cosa si tratta il materiale scambiato? Sarà per caso quello che doveva essere il "nostro" futuro? Per la Slovacchia è certo...

"...Crumiro è il termine con cui oggi si indica - con accezione tendenzialmente negativa - un lavoratore che non aderisce allo sciopero e continua la sua attività lavorativa, indipendentemente da quanto concordato nei sindacati che difendono i diritti dei lavoratori.
Normalmente il crumiro è malvisto dal lavoratore in quanto, non scioperando anche esso unitariamente a tutti gli altri lavoratori, fa diminuire la forza e l'efficacia dello sciopero stesso, con il rischio complessivo di non ottenere le rivendicazioni sindacali avanzate dai lavoratori, di solito atte a migliorare la situazione lavorativa complessiva degli stessi..." (tratto da wikipedia)

Sig. Faccio siccome ci teniamo alla sua salute (come Lei alla nostra d'altronde...) faccia attenzione alla schiena tutte le volte che carica materiale nel baule della sua auto, non si sa mai...

Ci saranno altri Crumiri attorno a noi? Pensiamo proprio di si...

venerdì 28 marzo 2014

LA MATURITA'

Anche oggi all'Azienda è stato dato un segnale di maturità da parte dei lavoratori, concedendo la spedizione parziale di pedane di motori Arcelik, conoscendo perfettamente l'importanza di questa spedizione. Questa apertura deve poter servire a far proseguire la trattativa in un clima sereno. 

Camion parcheggiato a 700 mt dai cancelli in attesa di ok al carico...peccato che fosse già in zona alle ore 13.00!

Purtroppo la stessa nostra maturità dalle parti di Vicenza qualcuno non ha. 
Ci rivolgiamo a Lei Sig. Flavio Vecchiato: quanto prima ci faccia una mail a tutti noi di Castell'Alfero, ci scriva pure che siamo degli "eroi", che per l'ennesima volta Le abbiamo tolto le castagne dal fuoco...! Venga a trovarci, sarà sempre il benvenuto.

Come dice la Bibbia: «Dio giudicherà il giusto e l'empio poiché c'è un tempo per il giudizio di qualsiasi azione e, nel luogo fissato, sarà giudicata ogni opera»


giovedì 27 marzo 2014

Castell’Alfero, Rsu risponde all’Askoll

Il Gruppo Askoll è, dalle stesse parole della Direzione Holding ed anche dal primo comunicato stampa dell’Azienda (poi successivamente rettificato) un gruppo in attivo.
- La Askoll P&C risulta effettivamente in perdita. Merita però precisare alcuni aspetti:
• Seppur omesso nel comunicato stampa aziendale va detto che, sin dall’acquisto da parte della Askoll, gli stabilimenti piemontesi riuniti sotto la denominazione Askoll P&C (acronimo di Plaset & Ceset) sono stati 2: quello di Moncalieri (ex Plaset) e di Castell’Alfero (ex Ceset); pertanto gli investimenti e le perdite sono, per una corretta visione delle cose, opportunamente da ripartire. A Moncalieri sono stati investiti circa 9 milioni di euro tra il 2009 e il 2011 per una completa ristrutturazione purtroppo fallita (meriterebbe analizzarne i motivi, ma questo non è il contesto appropriato) con conseguente chiusura produttiva dello stabilimento da novembre 2011. Gli investimenti hanno riguardato come a Castell’Alfero l’acquisto di macchinari principalmente dalla Askoll Quattro (altra società del Gruppo) e da altri fornitori (e per queste acquisizioni si è passati attraverso la Holding che applica un ricarico del 20% e più). Alla dismissione del sito torinese (dopo l’utilizzo di 54 mesi di CIG e 362 posti di lavoro perduti) buona parte di questi nuovi macchinari sono stati ceduti a prezzo di realizzo alla Askoll Tre (altra società del Gruppo, in cambio non di denaro ma di azioni per 2,6 milioni di euro), alla Simar (società riconducibile a cognato e sorella dell’imprenditore proprietario della Askoll), alla Askoll Brasile (altra società del Gruppo) e alla Askoll Romania (altra società del Gruppo), creando delle pesanti minusvalenze per la Askoll P&C, ma con benefici per le società “acquirenti”; non elenco le importanti perdite frutto di rottamazioni o dismissioni di materiali ne attrezzature ecc. ecc. causate dalla cessazione di Moncalieri. In caso di chiusura dello stabilimento di Castell’Alfero i macchinari sarebbero rivenduti alla Askoll Slovacchia (altra società del Gruppo) e le produzioni lì delocalizzate per profitto economico, seppur con rischi produttivi e di sviluppo intrinsechi non indifferenti.
• Le perdite sui bilanci annuali della Askoll P&C sono motivate per circa il 50% dagli ammortamenti (mediamente 2,5-3 milioni annui), che per scelta aziendale sono ripartiti su 5 anni anche per cifre ingenti anziché su periodi più lunghi, provocando di conseguenza evidenti criticità sul bilancio nel breve periodo, soprattutto se contestualmente vi è uno startup di un nuovo motore.
- L’Azienda ha deciso di chiudere Castell’Alfero nella primavera 2013 (come da documento pubblicato da LA STAMPA e da ammissione del consulente aziendale), ma ha comunicato la sua decisione a maestranze e sindacati solamente tramite Lettera di licenziamento collettivo per cessazione il 25 febbraio, a 3 mesi dalla perdita del posto di lavoro e con l’aggravante di in un contesto territoriale che ha del drammatico dal punto di vista della prospettiva occupazionale; un atteggiamento di autentica violenza sociale nei confronto dei lavoratori, che giustifica ampiamente i 40 giorni di civile presidio, quando invece c’era tutto il tempo per gestire e trovare soluzioni anche con l’aiuto delle istituzioni.
- La Askoll NON ha valutato attentamente tutte le proposte di sostegno da parte delle istituzioni; questo è ben evidenziato nel verbale redatto dal MiSE dopo l’incontro del 21 marzo.
- Le proposte economiche delle Istituzioni non riguardano esclusivamente progetti di ricerca (con contributi a fondo perduto in questo caso sino al 40%) ma anche mirate a industrializzazioni immediate, con opportunità economiche anche importanti. In sostanza, aldilà di prese di posizioni a prescindere imprenditoriali, a fronte dei concreti aiuti delle Istituzioni, del biennio di Contratti di Solidarietà e relative decontribuzioni, dei sicuramente elevati costi legati alla chiusura, l’obbiettivo di rendere sostenibile lo stabilimento non è poi così astruso.
- Le concrete offerte formative dell’azienda si possono ben riassumere nei 2 Corsi di riqualificazione per i Cassaintegrati a zero ore del dismesso Reparto Mca, previsti già in estate, ma ora naufragati per lungaggini e soprattutto per un macchinoso tentativo da parte della Direzione di ricaricare poche migliaia di euro a carico della collettività, a discapito della fluidità e chiarezza dei percorsi formativi.
- L’integrazione di alcuni lavoratori in altre lontane società del Gruppo è già stata proposta dall’azienda, con proposte verbali fumose e contraddittorie, rispetto anche a dichiarazioni fatte dalla Direzione in sede Ministeriale a Roma.
- La competitività dell’azienda passa attraverso politiche commerciali chiare e magari attraverso l’introduzione di nuovi prodotti, nonché purtroppo a sacrifici da parte delle maestranze, dichiaratesi comunque da tempo disponibili in tutti i tavoli istituzionali e non. Non ultimo però l’aspetto della corretta gestione dei Contratti di Solidarietà che offrono sì flessibilità e risparmio economico per le aziende ma se applicati correttamente; questi ammortizzatori sociali sono anche “tarabili” alla stipula sulle esigenze di maggior flessibilità da parte aziendale, ma neppure questo aspetto è stato curato, anzi si è andati in inspiegabilmente in controtendenza.
- l’ultimo argomento del Comunicato stampa, dal tono senza dubbio un po’ “terroristico”, ventila il fallimento della Askoll P&C che non è assolutamente un obbiettivo sindacale, ma va segnalato che è stato già stato attentamente analizzato dall’Azienda, che lo ha già prospettato in varie modalità 10 giorni fa in un incontro presso l’Unione Industriale. Nella sciagurata ipotesi… se Holding e il Gruppo pensano di non esserne toccati restandosene fuori, si sbagliano di grosso considerati tutti gli intrecci sia emersi qui che ancora da enunciare e pure le oggettive responsabilità decisionali.
Il dottor Furlan ha tentato nel suo Comunicato di far uscire “splendida” la Askoll da questa vicenda, ma la verità toccata con mano da Lavoratori, Sindacati e Istituzioni è ben ben altra… e in futuro qualcuno lo appurerà…

mercoledì 26 marzo 2014

Camera: alle 15 question time con Guidi, Poletti e Martina

Roma, 26 mar. - (Adnkronos) - Si svolgerà oggi alle 15.00 il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio. Il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, risponderà a interrogazioni sulle iniziative per sviluppare l'informatizzazione e la digitalizzazione e per l'attuazione dell'Agenda digitale; sulle iniziative volte a salvaguardare i livelli produttivi e occupazionali dello stabilimento Askoll di Castell'Alfero in provincia di Asti.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Camera-alle-15-question-time-con-Guidi-Poletti-e-Martina_321372301868.html


NUOVA SERRATA


martedì 25 marzo 2014

QUADRUPEDE ELETTRICO

In anteprima mondiale il nuovissimo progetto innovativo...il quadrupede elettrico.



LA GIUSTIZIA DIVINA

Dopo aver letto l'ultima fatica del menestrello Massimo Furlan ci siamo resi conto ancor più di quanto sapevamo già: quanto ridicola sia questa Azienda nei suoi Comunicati Stampa. Comunicati stilati ad hoc per cercare di convincere chi legge, dei perchè sia inevitabile una chiusura, se non per incapacità, presunzione e arroganza del non saper fare di un management di basso livello. Peccato che questo management sia tutto nel nord-est! Siamo ulteriormente disgustati.


Marioni, Beaupain, Bolcati, Bassini, Faccio e il menestrello Furlan (i non nominati non si sentano esclusi...), per solleticare la vostra "intelligenza" riportiamo un riassunto del Canto Terzo dell'inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri: 

"...Nell'Inferno Dantesco si entra tramite una porta; un’iscrizione sulla sua sommità dice che quel luogo di pena è eterno, creato dalla giustizia divina per punire i peccatori. Virgilio invita Dante ad armarsi di molto coraggio e ad abbandonare ogni titubanza ed esitazione; lo prese infine per mano e lo introduce nel regno del male, dove soffrono le anime senza più speranza di salvezza. Un forte tumulto, fatto di lamenti, grida e pianti, imprecazioni e gesti di disperazione, colpisce Dante che chiede a Virgilio chi mai possa essere quella gente così provata dal dolore: si tratta degli ignavi che, insieme agli angeli rimasti neutrali nello scontro tra Lucifero e Michele, sono cacciati dal Paradiso e allo stesso tempo rifiutati dall'Inferno; pertanto si trovano nell’Antinferno, in una condizione così spregevole da invidiare gli altri dannati: seguono una bandiera, nudi e punti da mosconi e vespe; il loro sangue, che si mescola alle lacrime, nutre luridi vermi. Dante scorge un’altra massa di dannati: sono i peccatori in attesa di essere traghettati sull’Acheronte e di giungere nel luogo dove la giustizia divina li condanna a scontare in eterno la loro pena..."

Pubblicheremo tranquillamente in versione integrale il Comunicato Stampa emesso dall'Azienda nella giornata di oggi facendo le dovute osservazioni.

Si vis pacem, para bellum.




domenica 23 marzo 2014

RELAZIONE INCONTRO MISE DEL 21.03.13

Venerdì 21 marzo 2014 mattina a Roma, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, si è svolto il tavolo sulla crisi della Askoll P&C di Castell’Alfero (ex Ceset) per scongiurarne la chiusura.
L’incontro è durato circa 2 ore e mezza, durante il quale e le Istituzioni hanno messo sul tavolo le proprie proposte concrete mirate al sostegno dello stabilimento castellalferese.
Le azioni economiche messe sul piatto dalle istituzioni sono state:
REGIONE
- 200.000 euro a fondo perduto oppure 1.000.000 euro di finanziamento a tasso agevolato (per l’industrializzazione del motore askoll motor Evo)
- sino al 40% a fondo perduto su progetti di ricerca e sviluppo come quello della mobilità elettrica; su questo settore la Regione si è detta molto interessata, anche a fronte della partnership già avviata dalla Askoll Holding con l’azienda torinese Model Master (progetta e realizza prototipi e componenti per veicoli di case automobilistiche di tutto il mondo)
- misure x evitare delocalizzazione (cifra da quantificare)
Quest’ultima azione è già stata applicata nella crisi all’Embraco di Chieri nel 2005 con l’acquisto da parte della Regione di un capannone dell’azienda per far arrivare denaro nelle casse aziendali. Furono impegnati per tale operazione ben 12.700.000 euro regionali, con il contributo del Ministero delle Attività Produttive di 5.000.000 euro. La Regione si è offerta di ripetere l’azione acquistando un capannone della Askoll P&C.
- misure per il sostegno al reddito dei lavoratori (Cigd, formazione)
MINISTERO Mise
- aiuto finanziario da quantificare, in collaborazione con la Regione
COMUNE
- riqualificazione parte terreni e/o capannoni per una riconversione commerciale
GOVERNO
decontribuzione sino al 40% per le aziende che applicano i Contratti di Solidarietà
Pur mancando ancora un Decreto interministeriale che stabilisca i criteri per la individuazione dei datori di lavoro beneficiari di questa riduzione contributiva, per la Askoll P&C si profilerebbe (ipotesi tutt’altro che remota considerato che il primo tavolo ministeriale è del 6 dicembre scorso) una riduzione del 35% su tutti gli oneri contributivi dei lavoratori in CdS, pari sino a circa 400.000 annui (art. 5 del Decreto Legge del 20 marzo 2014, n. 34 - Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese).
RSU
- disponibilità a trattare a 360° compreso il fattore economico
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha detto in maniera decisa e precisa che la Askoll P&C, a fronte di tutte queste disponibilità messe sul tavolo, non è da chiudere, invitando l'azienda a prender tempo per analizzare congiuntamente e tecnicamente tutti le proposte emerse nell’incontro, cosa ribadita sia da Regione che da O.O.S.S..
L’Amministratore Delegato non ha ritenuto le offerte ricevute congrue per risanare oggi la situazione in rosso dello stabilimento, che a suo dire mina anche il gruppo, non accettando il confronto tecnico.
La Regione ha dichiarato che le spese di chiusura e il valore di ciò che è stato messo sul piatto sono sproporzionate rispetto la decisione sulla chiusura, che ha i benefici economici ipotizzati dalla delocalizzazione solo a lungo termine.
Le O.O.S.S. che si tratta di una chiusura a prescindere, e la delocalizzazione in Slovacchia presenta rischi produttivi e di sviluppo intrinsechi non indifferenti.
Il Mise ha concluso prendendo atto che si tratta di una decisione unilaterale dell'azienda, affermando che il tavolo rimane comunque aperto.
Erano presenti all’incontro ministeriale:
• Dott.ssa Gatta, Ministero dello Sviluppo Economico
• Dott.ssa Cherubini, Ministero dello Sviluppo Economico
• Dott.ssa Quaglia, Assessore Regione Piemonte
• Dott.ssa Parodi, Assessore al Lavoro del Comune di Asti
• Dott. Marengo, vicesindaco del Comune di Castell’Alfero
• Deputato Fiorio, Partito Democratico
• Deputato Romano, Movimento 5 Stelle
• Deputato Pesco, Movimento 5 Stelle
• Deputata Rostellato, Movimento 5 Stelle
• Russo, attivista Movimento 5 Stelle
• Dott. Cavallo, Unione Industriali di Asti
• Ing. Faccio, Direttore dello stabilimento Askoll P&C di Castell’Alfero
• Dott. Bassini, Direttore delle Risorse Umane Askoll Holding
• Dott. Beaupain, Amministratore Delegato di Askoll P&C
• Gioiello, Fim Cisl asti
• Morabito, Fiom Cgil Asti
• Uppo, Uilm Uil Asti
• Gamba, Rsu Uilm Askoll P&C
• Ricci, Rsu Uilm Askoll P&C
• Toniolo, Rsu Fim Askoll P&C

MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISTEI...!!! ART.2497 DEL CODICE CIVILE

Vicentini, siete sicuri che per voi il fallimento sia un'ottima idea? Per Castell'Alfero potrebbe...muoia Sansone con tutti i Filistei. Per chi come noi che messi in mezzo ad una strada non abbiamo nulla da perdere o quasi, dei progetti futuri di un'Azienda che ha solo fatto strage di lavoratori quantificato in 500 famiglie in un arco temporale molto breve non frega ASSOLUTAMENTE NULLA.


Riportiamo una norma del Codice Civile, legata al diritto fallimentare: l’Art 2497.

Siamo nell'ambito di quell’insieme di norme che disciplinano il fenomeno della direzione e coordinamento delle società: è il discorso della responsabilità della capogruppo.
Il legislatore della riforma, riprendendo una serie di decisioni già applicate dalla giurisprudenza, ha dato una disciplina innovativa dei gruppi.
La società capogruppo che ha la maggioranza è in grado di nominare gli amministratori, di revocarli e quindi è in grado di influenzare le decisioni delle altre società del gruppo.
Oggi il legislatore, dicendo che la società capogruppo, la società controllante è responsabile per le direttive che dà alle società controllate, implicitamente legittima questo potere di direzione e coordinamento: prima di questa norma, questo potere era visto come un potere di fatto, mentre oggi è lo stesso legislatore che legittima e prevede questo potere.
Ciò non significa che la società controllante debba per forza esercitare il potere di direzione e coordinamento; è difatti possibile il caso in cui la società si limiti ad esercitare il solo ruolo di socio di maggioranza, partecipando all'assemblea, nominando gli amministratori e approvando il bilancio.
Laddove il potere di direzione e coordinamento sia esercitato in modo non corretto, scatta la responsabilità della società capogruppo nonché degli amministratori della stessa.
Tre sono i presupposti della responsabilità della capogruppo; due presupposti di questi devono esistere e uno invece deve mancare:
- il non corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento o, come dice il legislatore, “l'esercizio di tale potere in violazione dei corretti principi”; ancora una volta il legislatore fa riferimento a principi che sono extra giuridici;
II. si sia verificato un danno al patrimonio della società controllata: ad esempio la società controllante impone alla società controllata l'acquisto di beni, magari da un'altra società del gruppo, imponendo un prezzo di mercato: vi è in questo caso il corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento; se invece impone questo acquisto ad un prezzo maggiore, è evidentemente un caso di esercizio scorretto del potere di direzione e coordinamento, in quanto comporta un danno per il patrimonio della società controllata;
III. occorre che il danno arrecato alla controllata da un non corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento non sia compensato da un equivalente maggior vantaggio che deriva alla controllata dall'appartenenza nel gruppo; in altre parole se questa operazione di acquisto comporta per la controllata l'esborso di una cifra maggiore di quella che avrebbe pagato se non ci fosse stata la violazione dei corretti principi, ma se la controllata riceve dalla controllante dei servizi a titolo gratuito pari alla perdita riportata nel patrimonio, allora il danno è compensato: è questa la teoria dei vantaggi compensativi, desumibile dall’Art 2497.
Occorre che il danno derivante dal non corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento da parte della controllante non sia compensato da equivalenti maggiori vantaggi compensativi derivanti alla controllata dall’appartenenza al gruppo.

Può essere promossa un'azione di responsabilità nei confronti della capogruppo da parte dei soci di minoranza o dei creditori sociali; dai soci di minoranza perché il danno provocato alla controllata può aver avuto ripercussioni sulla loro posizione, sulle loro azioni; da parte dei creditori sociali in quanto il danno alla controllata potrebbe aver reso insufficiente il patrimonio della controllata a garantire i loro crediti.


Cosa succede se la società controllata fallisce? Sempre all’Art 2497 si dice che l'azione di responsabilità che sarebbe spettata ai creditori sociali è esercitata dal curatore. Il curatore dovrà così verificare se la capogruppo ha esercitato il potere di direzione e coordinamento, e se sì, come lo abbia esercitato.
L’azione di responsabilità è così un'azione che si può estendere a soggetti esterni, in particolare alla controllante, agli amministratori della controllante e anche agli amministratori della controllata, nel caso in cui avessero posto in essere passivamente le direttive provenienti dalla controllante.
Non è poi chiarissima quale sia la natura di questa azione: sembrerebbe doversi ritenere che l'azione promossa dai soci e che continua ad essere promossa dai soci nonostante il fallimento sia di natura contrattuale, perché si ritiene che sia un dovere di protezione della capogruppo rispetto ai soci di minoranza delle società controllate. Invece, secondo il prof, l'azione di responsabilità promuovibile dai creditori quando la società è in corso, o promossa dal curatore quando la società è fallita, è un'azione di responsabilità extra contrattuale.
Tema del “quantum”: con l'azione di responsabilità il curatore chiede che vengano condannati al risarcimento dei danni gli amministratori sborsando un certo ammontare




venerdì 21 marzo 2014

INCONTRO MISE CONCLUSO

L'incontro al MISE si è concluso con un nulla di fatto, le Istituzioni hanno fatto il loro dovere, forse si poteva fare di più (?). Vediamo di elencare a spanne ciò che la Direzione ha rifiutato:

Regione Piemonte
- 200000 Euro a fondo perduto o 1 milione di euro di finanziamento a tasso agevolato per progetto EVO;
- sino al 40% a fondo perduto su ricerca e sviluppo (mobilità elettrica);
- misure per evitare delocalizzazione (cifra da quantificare).
Ministero Sviluppo Economico
- Aiuto finanziario (da quantificare)
Comune di Castell'Alfero
- Riqualificazione parte terreni e/o capannoni per riconversione commerciale
RSU
- Disponibilità a trattare a 360° compreso il fattore economico (salario)
Governo
- Decontribuzione 35% su CdS (circa 400000 euro/anno)

Probabilmente si sarebbe potuto fare meglio, ma nonostante tutto il buon Marioni e la Banda Bassotti volutamente non si sono mossi dalla posizione di chiusura del sito di Castell'Alfero.

Altra dimostrazione che questa Azienda prende decisioni di pancia e non di testa...
E allora avanti! Altro giro altra corsa! Askoll3 sarà la prossima! 

Una cosa non ci è ben chiara: si fingono stupidi e incapaci per mascherare il fatto che sono delinquenti oppure sono stupidi e incapaci diventati delinquenti per tamponare i danni causati dal loro essere stupidi e incapaci?



Askoll, oggi l’incontro decisivo al ministero

ARTICOLO DEL GIORNALE  LA NUOVA PROVINCIA DI ASTI DEL 21/03/2014

Venerdì è il giorno della verità. Alle 11 è infatti previsto, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico a Roma, l'incontro che potrebbe essere decisivo sulle sorti dello stabilimento Askoll di Castell'Alfero. Sì, perché da metà febbraio i 150 lavoratori dell'azienda (cui se ne aggiungono altri 60 in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività) sono in sciopero per il 50% del turno, con blocco delle merci in entrata/uscita, per protestare contro la volontà dell'azienda di chiudere la fabbrica il prossimo giugno. Una decisione conseguente alle perdite di fatturato causate dalla crisi economica in generale e da quella del settore elettrodomestici in particolare.

L'incontro di oggi è il "secondo round" del vertice tenutosi lo scorso 10 marzo, e vedrà attorno ad un tavolo gli stessi protagonisti: la delegazione aziendale, quella sindacale e le Istituzioni locali. E segue numerosi altri incontri che si sono svolti dopo quella data, a livello locale e regionale. Incontri che erano arrivati ad un livello di tensione molto elevato, di scontro e di "muro contro muro" che aveva bloccato qualsiasi forma di dialogo. Tanto che martedì pomeriggio l'azienda aveva chiuso i cancelli dello stabilimento con i lucchetti per impedire l'ingresso dei lavoratori che dovevano lavorare per il 50% del turno, atteggiamento stigmatizzato da parte sindacale. 

La situazione è stata riportata alla calma grazie all'intervento del Prefetto Pierluigi Faloni che mercoledì mattina ha convocato i sindacati in Prefettura e il giorno successivo ha invitato a sedere attorno ad un tavolo azienda e parti sociali. «L'incontro è stato positivo - commentaIsidoro Gioiello (Fim Cisl) - in quanto è stato riaperto il canale del dialogo. Ora bisogna vedere cosa accadrà domani». I benefici del clima rasserenato si sono visti subito, tanto che già mercoledì l'azienda ha tolto i lucchetti ai cancelli e, in risposta, i sindacati hanno concesso l'uscita di otto pedane di motori destinati ad un cliente statunitense. 

Soddisfatto dell'incontro anche Beppe Morabito (Fiom Cgil): «E' sempre positivo che le Istituzioni facciano da mediatrici in situazioni così complesse. In particolare ieri il Prefetto ci ha invitati ad illustrare la nostra proposta tecnica per evitare la chiusura dello stabilimento con l'inserimento di nuove produzioni che potrebbero risollevarne le sorti, anche se non mi pare che la risposta dell'azienda sia stata positiva, in quanto è emerso che il nostro lavoro non collima con i tempi stretti di cui necessita la proprietà per intervenire sulle perdite di bilancio. Speriamo quindi che a Roma la proprietà possa cambiare idea, o perlomeno rimandare la chiusura sfruttando le opportunità che potrebbero arrivare da Ministero e Regione». 

Segnali di apertura arrivano anche da parte aziendale. «Ringraziamo le Istituzioni, e in particolare il Prefetto - afferma Massimo Furlan, direttore Comunicazione del Gruppo Askoll - che ha riportato il confronto su temi seri e concreti. E' stato un primo passo in avanti che ha consentito un utile scambio di informazioni tra sindacati e azienda, anche se non ha risolto i problemi dello stabilimento. Speriamo quindi che al Ministero si trovi lo stesso tipo di collaborazione, anche a livello di Istituzioni, per arrivare a trovare le migliori soluzioni possibili».
----------------------------------------     --------------------------------      -----------------------------------------

Considerazione: Il fantasma FURLAN si è fatto sentire dopo un mese di silenzio e come al solito a raccontare la solita minestra fritta. Il disco si è incantato? "MA CHI VUOL PRENDERE IN GIRO?". 

Peccato che siamo sempre un passo avanti rispetto a loro e tutto quello che è accaduto al Ministero lo si poteva immaginare.
Loro pensano di essere furbi ma dovranno dimostrarlo fino in fondo.
Al Prefetto hanno raccontato la storiella senza però menzionare come hanno definito le istituzioni astigiane e piemontesi. Tempo al tempo.
Noi possiamo dire che per loro hanno vinto una sola battaglia. Ora vediamo cosa avranno da offrire per coprire il silenzio di noi tutti.


Askoll P&C: tavolo al Mise. Sindacati: si va "verso il fallimento, non solo della fabbrica"

ARTICOLO DEL GIORNALE DI VICENZA DEL 21/03/2014


Mentre Tiziano Toniolo della Rsu come Fim Cisl fa fatica a parlare perchè è reduce anche da un'assemblea all'esterno dei cancelli con i 223 licenziati della Askoll di Castell'Alfero, che, come se non bastasse la chiusura decisa per il 7 giugno per delocalizzare in Slovacchia la produzione, stanno subendo la serrata decisa dal gruppo vicentino di Elio Marioni, è Silvano Uppo, segretario provinciale della Uilm di Asti, a confermarci che dopo l'incontro con il Prefetto di Asti, «domani alle 10 è in programma la convocazione al Mise».
Aggiunge Uppo che «in assenza di un intervento forte delle istituzioni l'azienda conferma la chiusura il prossimo 7 giugno, in quanto svilupperà la versione Evo del motore in Slovacchia investendo in quel sito 1.500.000 di euro lasciando, quindi, l'Italia».
Comunque «l'azienda sarà presso il ministero prima di noi» conclude "telematicamente" il dirigente Uilm, non sappiamo se con un sorriso beffardo, visto che l'azienda non si sarebbe presentata secondo il "duro" consulente Maurizio Mastelli, a cui Marioni ha affidato il ruolo di "assaltatore" degli operai al grido coraggioso di "a morte quel pirla di VicenzaPiù che sta raccontando la vicenda anche a Vicenza!"
Beppe Morabito, dirigente della Fiom Cgil, aggiunge che «negli incontri presso la Prefettura di Asti, ieri disgiunti oggi congiunti, è stata data solo la disponibilità a discutere domani al Mise ma senza alcun arretramento sulla volontà di chiudere. Il Prefetto ha provato la mediazione proponendo di spostare più in là la data di chiusura e di ritirare quella attuale per provare a verificare assieme a maestranze e sindacato le possibilità di produrre i nuovi motori Evo, Erod e mobilità elettrica che noi abbiamo proposto di sperimentare e produrre presso il ns. stabilimento».
Chiedo conferma della presenza dell'azienda al Mise anche a Morabito, visto che oltre che pirla sono anche duro di comprendonio, non di cuore, però, caro, Mastelli creatino (abitante di Creazzo, cioè, non si alteri ancora con un povero giornalista pirla!). Ora Maurizio, grazie anche alle nostre cronachette, lei è più famoso di prima come tagliatore, in nome e per conto terzi, di dipendenti Askoll, prima a Mocalieri, oggi a Castell'Alfero. E domani, Dio non voglia quello che da Asti tutti prevedono, anche a Povolaro. Vero Marioni? Vero sindacati vicentini, sempre più muti nonostante le lotte dei vostri colleghi astigiani di Fim, Uilm e Fiom di Asti, privi della benché minima e tangibile vostra solidarietà?
Alla nostra domanda sulla presenza della Askoll a Roma, nonostante ... Mastelli, Morabito risponde così: «Sì, l'azienda ha dato la sua adesione all'incontro. Sì, è vero che Mastelli aveva "urlato" su tante cose compresa l'assenza della Askoll al Mise, ma per fortuna è stato un caso isolato, anzi lui è stato già isolato: oggi non era più presente alla riunione in Prefettura ... Infatti se non fosse presente al tavolo ministeriale l'azienda perderebbe ulteriormente la faccia con le istituzioni. Credo che domani sarà una giornata decisiva».
Come potrebbe esserlo lo dice, non si sa se per preventiva amarezza o per scaramanzia pre tavolo,  Silvano Uppo che domani alle 5 di mattina partirà con la delegazione sindacale per Roma alle 5 di mattina «verso il fallimento. Forse il fallimento della trattativa di domani sembra lo cosa più probabile, forse domani sarà un altro fallimento delle politiche industriali di questo paese o anche solo il fallimento della Askoll P&C, perché se non si trova l'accordo potrebbe anche fallire tutto. Non ci sarebbe niente da portare in Slovacchia con lo stabilimento bloccato, i tecnici non disponibili a seguire Askoll nel progetto, i clienti persi per il blocco delle merci: quindi sarebbe il fallimento. Non il fallimento giuridico ma il fallimento...».
E si aprirebbe, fanno intendere i i sindacalisti, anche una fase in cui sarebbero pretesi «controlli sulla liceità dei fondi "pubblici" fatti erogare dalla Askoll per i contratti di solidarietà pur avendo in animo da ben prima di chiudere, sui bilanci intersecati tra controllate e controllanti del gruppo, sulla presenza di una partecipazione della "fallenda" Askoll di Castell'Alfero nella Askoll Tre di Povolaro dopo un giro di "compra e vendi" di linee di montaggio dei motori ...».

Quelle che le 223 famiglie astigiane non vogliono mandare in Slovacchia anche per evitare che poi ci vadano anche quelle della Askoll Tre di Povolaro...