martedì 11 marzo 2014

Askoll comincia la nuova Era dell'auto elettrica ELIO MARIONI

Articolo del giornale di vicenza del 23/03/2013 . 

RICONVERSIONE INDUSTRIALE. Al lavoro già uno staff di 40 persone
Motorini, bici, e poi minicar che costano 4 mila euro «È un nuovo concetto di mobilità urbana: la gente si sposterà quasi gratis. Cina e Danimarca pronte»


La mobilità urbana è la nuova frontiera del gruppo Askoll: minicar, motorini e biciclette elettriche sono il progetto cui uno staff di 40 persone sta lavorando da un anno. «Produrremo in Italia a partire dal prossimo anno, creando qui nuovi posti di lavoro» spiega Elio Marioni, fondatore del gruppo che ha il quartier generale a Dueville. Si avvicina con le foto dei prototipi (per ora segreti) su grandi fogli: «Le persone raggiungeranno il posto di lavoro praticamente gratis, capisce?». E la cosa che colpisce di più è l'entusiasmo che comunica mostrando il nuovo design di minicar e due ruote: «Vede che linea? Sono proprio 'cool' e le auto costeranno 4 mila euro. Una rivoluzione». Nata nel '78 producendo pompe per acquari, la Askoll è oggi un gruppo internazionale con 11 società, 9 stabilimenti, 2700 dipendenti e 320 milioni di fatturato. Si è rapidamente evoluta creando pompe e motori per elettrodomestici: ancora oggi è il 1° terzista al mondo di un settore però in grande crisi. Una riconversione dunque? Sì, l'obiettivo è riconvertire tutte le eccedenze, aggiungendo nuovi posti di lavoro. E in base alle nostre ricerche l'aspetto occupazionale avrà numeri molto importanti. La concorrenza non la considera un problema? Le grandi case sono legate al mondo del petrolio, non hanno convenienza a puntare sulle auto elettriche. Altri ci hanno provato finora, ma fallendo. Servono una ricerca elettronica avanzata, conoscenza dei motori, logistica, uffici acquisti in tutto il mondo, capacità finanziaria. Tanti auguri ai miei concorrenti. Investite 17 milioni l'anno in ricerca, siete un gruppo lean: è questo che farà la differenza? Siamo sicuramente molto flessibili e in ricerca abbiamo investito un'enormità, il 6% del fatturato ogni anno. E poi questo è il futuro. L'idea mi è venuta in Cina quando da un giorno all'altro hanno detto: da oggi con i motorini che inquinano non si circola più. E in Danimarca ho acquirenti già disposti a comprare oggi quello che produrremo. Le potenzialità del mercato sono incalcolabili. Quanto si risparmierà con la vostra auto elettrica? Con l'equivalente del costo di un litro di benzina percorre 185 chilometri e ha 100 km di autonomia. La si guida con il patentino e il bollo costa appena15 euro. Chiamarla minicar è riduttivo, è un nuovo concetto di mobilità urbana. Servirà un nome nuovo, probabilmente la chiamaremo Era. Il suo gruppo era il primo per redditività nel Vicentino, ma la crisi ha pesato. Oggi anche voi avete dipendenti in cassa integrazione, anche se pochi. La crisi per gli elettrodomestici è iniziata ancora nel 2000, orientali e turchi decidono le politiche di prezzo e purtroppo anche noi alla fine abbiamo dovuto applicare la cassa integrazione, in particolare in Piemonte. Lì avete chiuso uno stabilimento dopo l'acquisizione di Emerson. Che dice col senno di poi di quell'operazione? Se non avessimo acquistato Emerson saremmo falliti. È stato doloroso chiudere una fabbrica, ma in Piemonte abbiamo perso un milione di euro al mese per quattro anni. Anche lei ha delocalizzato: Romania, Slovacchia… Inevitabile: sono i 2 mila occupati all'estero che mantengono i 700 in Italia dove resta il “cervello” di Askoll. Qui le aziende sono frenate da politiche insostenibili, e la legge Fornero ha nettamente peggiorato la situazione nel lavoro. E del Nord Est che non esiste più che dice? Che rimane uno dei pochi patrimoni di questo Paese. E che il suo male è stata l'incapacità di reagire a un meccanismo parassita che, nonostante gli imprenditori ne fossero la primaria fonte di sostentamento, li ha ignorati, vilipesi e derisi perché erano i primi ad entrare in azienda e gli ultimi ad uscire la sera. Istituzioni, associazioni di categoria, imprenditori: di chi sono le responsabilità? Di sicuro non degli imprenditori, che sono sempre una ricchezza per il territorio e vanno difesi anche se oggi sono confusi e non sanno dove stanno andando ma ci vanno comunque con tutte le loro forze. L'intraprendenza, anche a fronte di scarsa preparazione, il “non staccare mai la spina” e altro, che si interpreta come un difetto, è parte dello spirito necessario a creare lavoro. Ci sono semmai molte più responsabilità nelle associazioni di categoria che non si sono accorte del distacco che si era creato tra loro e chi rappresentavano, come è accaduto tra operai e sindacati. Ma quando lo dissi candidandomi alla presidenza di Confindustria Vicenza mi consideravano, lo scriva, un rompic.....ni. Si era candidato 6 anni fa. Ci riproverà o si dedicherà solo all'azienda? Lungi da me l'idea, è un capitolo chiuso. Il mio futuro è in azienda. Sa che mi ha detto un capo progetto della Ferrari che è venuto a lavorare con noi? “Sono entusiasta, perché qui lavoro nel futuro”. L'idea di puntare sulla mobilità urbana alla Askoll era in embrione da tempo. La svolta operativa è stata la collaborazione con l'istituto Rossi al progetto One step- Askoll 2012 per la Shell Eco-marathon. Il prototipo montava come propulsore l'elaborazione di un motore Askoll per lavatrice, e ha percorso 5 mila chilometri al costo equivalente di un litro di benzina. Un bell'esempio di come unire il sapere al saper fare sia un valore aggiunto per tutti. C.Z.M.
Cinzia Zuccon Morgani

Commento:  Bene, dopo queste dichiarazioni dove l'evidenziato fa notare come l'imprenditore ha idee chiare e precise sui propri dipendenti. Importante è arricchirsi. Un imprenditore che ha 11 società 9 stabilimenti 2700 persone (che sicuramente sono troppe) e un fatturato di 320 milioni come mai chiude prima a Moncalieri e poi a Castell'Alfero? Infatti nelle sue dichiarazioni dice che se non avesse acquisito gli stabilimenti di Emerson sarebbe fallito, ma acquisendoli e chiudendo prima lo stabilimento di Moncalieri che perdeva un milioni di euro al mese e a Castell'Alfero 5 milioni di euro all'anno, il fallimento è scongiurato. 
Sicuramente questi dati non possono essere corretti perchè solo un pazzo tiene aperto uno stabilimento che perde un milione al mese per quattro anni (questo è quello che si vuol far credere), come quello di Castell'Alfero che è stato spolpato per poi renderlo ridicolo sulla carta. La cosa interessante che ci sono 2.000 dipendenti all'estero che danno da mangiare ai 700 dipendenti italiani fannulloni (piemontesi e vicentini). Ma io mi chiedo che cosa sta a fare in Italia? Perchè non chiude tutto e si trasferisce anche lui all'estero? Forse perchè i cervelloni sono solo a Dueville? Effettivamente il Piemonte è terra di conquista dove vivono dipendenti arrivati dal terzo mondo che hanno contribuito enormemente a mettere a punto il famigerato "askollmotor" (un buco nell'acqua per 10 anni) e che senza il know how dei piemontesi del terzo mondo non sarebbe mai partito. E pensare che le promesse fatte a suo tempo di un milione di motori all'anno si sono perse per strade a noi sconosciute. (forse stanno ancora viaggiando su camion elettrici senza destinazione?)
Naturalmente la colpa è dei politici che non vendono i motori Askoll, in particolar modo della Fornero che peggiorando le politiche sul lavoro non è riuscita a concludere la vendita del milione dei suoi motori? Ma io mi chiedo, nelle aziende non esiste forse un ufficio denominato "commerciale" che dovrebbe adoperarsi a far crescere un azienda con la vendita dei propri prodotti? Forse non è così perchè se lavori a Dueville sei giustificato per qualsiasi cavolata che combini, tanto a pagare sono sempre gli altri al di fuori della terra consacrata di Dueville. 
Certo che la Confindustria di Vicenza ha visto lungo sulla candidatura di un imprenditore che pensa alla crescita delle sue tasche e non a quelle del suo paese Italia che lo ha trattato bene in tutti questi anni.
Elio per la storia a fumetti

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