martedì 4 marzo 2014

GRAZIE DEL PENSIERO

Ringraziamo per il gentile pensiero sulla nostra situazione.
Meno male che qualcuno riesce a ricordarcelo altrimenti non avendo punti di riferimento ci saremmo smarriti.
Per fortuna che qualcuno pensa alla salute del lavoratore compromessa da freddo e umidità.

Ah che stupidi che siamo! Grazie per averci ricordato che tra qualche giorno arriverà la busta paga. Eravamo tutti convinti che lo sciopero per la difesa del proprio posto di lavoro non ci costasse nulla...

Grazie papà.

Questa giungla di comunicazione potrebbe farci distogliere dal problema esistente:
LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO.

CARA ASKOLL NOI VOGLIAMO CONTINUARE A LAVORARE A CASTELL'ALFERO.

Cari colleghi, qui sotto troverete la lettera commovente che ci spiega la situazione sulla quale non eravamo al corrente dato l'impegno continuo nello sciopero.

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Spett.le
R.S.U. stabilimento Askoll P&C
Per conto di Maestranze Askoll P&C

E p.c.
Organizzazioni Sindacali Territoriali
Femando Tognin Sindaco di
Castell'Alfero
Fabrizio Brignolo Sindaco di Asti
On.Massimo Fiorio, deputato
Loro Sedì



Castell'Alfero, 03.03.2014

Oggetto: Sciopero a oltranza

Signori,
E' ora di far chiarezza su alcuni aspetti e cominciare a fare qualcosa di concreto per sbloccare una
situazione che si trascina da troppo tempo.
Intanto l'osservazione: non è vero che l'Azienda non è disponibile a trattare.
E' vero però che non è disposta a ritornare sulla propria decisione di cessazione dell'attività, perché
continuarla è economicamente e finanziariamente impossibile e dunque sarebbe non solo
irresponsabile ma vorrebbe anche dire trascinare un'inutile agonia per ritrovarsi fra 3, 6 o 12 mesi a
questa stessa situazione senza aver ottenuto nulla salvo un aggravamento della già critica situazione
economica-patrimoniale anzi, con il rischio di accedere ad ammortizzatori sociali meno favorevoli
perché nel frattempo la situazione normativa generale potrebbe cambiare (probabilmente in peggio)
e di avere un'azienda oramai completamente decotta, nemmeno in grado di pagare i propri debiti.
I numeri mostrati dall'Azienda sulla situazione economica potranno anche essere discussi, criticati e
reinterpretati, ma di fatto esprimono una realtà di cui tutti sono (siamo) consci e consapevoli: la
crisi economica in generale e la crisi del settore in particolare, in una parola il mercato, hanno
portato ad una situazione che non lascia prevedere recuperi né sostanziali né a breve né a lungo
termine...  E ciò nemmeno prendendo in considerazione tutte le ipotesi di ristrutturazione o
riorganizzazione.
A tale ultimo proposito, non posso non riflettere sul fatto che la richiesta di "non chiudere" implica
necessariamente una riorganizzazione severa ed immediata dell'attuale organizzazione che vuol dire
comunque, in termini più crudi; il licenziamento per una buona parte delle maestranze: in aggiunta
alle circa 70 persone già in CIGS a zero ore, per le quali il licenziamento è l'epilogo di un cammino
già scritto da tanto tempo e alle 50 persone in esubero, che due anni fa l'azienda auspicò di poter
conservare e concordò di gestire: tramite la solidarietà, ma stante l'evoluzione negativa della
situazione non potrebbe far altro che licenziare, si dovrebbero aggiungere ulteriori licenziamenti per
almeno un'altra metà delle 100 posizioni attualmente attive. Purtroppo, però, le simulazioni
prodotte dall'Azienda mostrano che anche con una così severa riorganizzazione l'attività produttiva
darebbe ugualmente risultati negativi e dunque mi chiedo se, a fronte di una situazione che
rimarrebbe insostenibile, abbia veramente senso ipotizzare un - necessariamente provvisorio -
"salvataggio". Ha senso, quando comunque almeno i 2/3 delle maestranze avrebbero gli stessi
problemi che oggi hanno tutti? E il restante 1/3, cioè i "salvati", lo sarebbero fino a quando? Fino a
ricominciare fra tre mesi con un altro sciopero a oltranza? E chi, dei "precariamente" salvati,
sarebbe disposto a cedere il proprio posto ad un "condannato" in nome della "solidarietà"?
Già sapete quanto vi è costato questo sciopero in termini di disagi, sacrificio, freddo e umidità;
quando riceverete la busta paga del mese di febbraio saprete anche quanto vi è costato in termini
economici.  Invito perciò a riflettere sulla mia proposta (già abbozzata come introduzione
all'assemblea del 19 febbraio: ma sono passati 10 giorni e l'unico risultato ad oggi è il
dimezzamento della vostra busta paga):
        1. ritorno al lavoro regolare (cioè incluso il normale traffico delle merci in ingresso-uscita) dal
            primo turno utile;
        2. formalizzazione delle eventuali richieste per minimizzare l'impatto della cessazione
            dell'attività;
        3. coinvolgimento delle. Autorità che hanno dato disponibilità (e che ci leggono in copia) a
            trovare gli strumenti più adatti per prolungare il periodo di "sussistenza economica" - senza
            gravare ulteriormente l'azienda - e favorire il reimpiego delle persone licenziate.
In questo modo, si avrà un primo risultato immediato: la garanzia di una retribuzione piena, almeno
fino al 7 giugno. Gli altri risultati non dipendono da noi, ma il vostro sciopero ha avuto almeno il
merito di aver portato all'attenzione delle Autorità la gravità della situazione. Ottenuto questo
positivo risultato è importante evitare che lo sciopero si trasformi in un boomerang, perché è ·
evidente che qualunque capacità dell'azienda di soddisfare eventuali richieste di un contributo
economico per minimizzare l'impatto della cessazione dell'attività è subordinata alla sua solvibilità,
mentre il protrarsi del blocco delle forniture rischia di pregiudicare ulteriormente. ed
irreparabilmente una situazione economica e patrimoniale già in bilico, con esito infausto per tutti e
dunque, in primo luogo, per noi stessi.
Ritengo importante che i risultati, se possibili, siano consolidati al più presto possibile, e
sicuramente prima del 10 marzo, data in cui il MISE dovrebbe ratificarli.

Mario Faccio



7 commenti:

  1. Sig.Faccio,
    certo che sono tutti capaci a fare il Suo mestiere, assunto da poco e per il tempo necessario a chiudere uno stabilimento. Si impegni di più, perchè fino ad ora le Sue iniziative "personali" non hanno dato i frutti attesi. Buona continuazione...attendiamo la prossima.

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  2. Seguo la vostra vicenda tramite facebook. Sono rimasto allibito da quanto letto sopra, ma la domanda è: chi è Mario Faccio? Solo un folle può scrivere una lettera del genere!
    Spero vivamente che possiate risolvere nel miglior modo questa situazione incresciosa per il nostro territorio, e che la dirigenza possa avere un gran futuro...IN GALERA!
    Forza ragazzi!

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  3. L'impressione che ho avuto leggendo tutta la vostra storia e che l'imprenditore non sia al corrente delle dichiarazioni fatte dai suoi preposti. Qui l'impressione che queste persone vogliono fare e disfare a loro piacimento e l'imprenditore si trovi in certe situazioni senza volerlo. Vedrete che sicuramente cercherà di salvare la vostra azienda.

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    1. Dubito sia così...è tutto un MAGNA MAGNA!!!

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  4. "...Purtroppo, però, le simulazioni prodotte dall'Azienda mostrano che anche con una così severa riorganizzazione l'attività produttiva darebbe ugualmente risultati negativi e dunque mi chiedo se, a fronte di una situazione che rimarrebbe insostenibile, abbia veramente senso ipotizzare un - necessariamente provvisorio - "salvataggio"..."

    Intanto l'Azienda avrebbe fatto bene evitando di accollarsi un ulteriore stipendio...

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    1. Caro Anonimo,
      le simulazioni prodotte dall'azienda sono studiate ad hoc per dimostrare quello che l'azienda vuole, ovvero chiudere lo stabilimento e delocalizzare, fregandosene altamente delle famiglie messe in mezzo a una strada. All'imprenditore interessa guadagnare sempre di più e basta.

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    2. Il guadagno porterebbe a riuscire a realizzare 2 nuovi progetti: la mobilità elettrica e l'ippodromo. Tutto a discapito di 220 famiglie che messe su una strada in questi periodi aggraverebbe la situazione italiana dei senza lavoro. Mi auguro che i clienti che comprano i suoi prodotti ci pensino bene a dare spazio a una dirigenza senza scrupoli

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