mercoledì 5 marzo 2014

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE AL MINISTRO DEL LAVORO


Premesso che:

la ASKOLL è una importante holding, con sede a Dueville (Vicenza), leader mondiale nella
produzione di motori elettrici sincroni che trovano applicazione in molti elettrodomestici,
principalmente lavabiancheria e lavastoviglie, oltre che nel settore dell’acquario. Fondata nel 1978,
con gli anni è diventata un’azienda di dimensioni internazionali con undici unità operative tra cui
Italia, in cui ha sei stabilimenti, Brasile, Messico, Slovacchia, Romania e Cina. Possiede
rappresentanze commerciali negli Stati Uniti e in Corea del Sud e una presenza consolidata nei
mercati di 20 Paesi. Il fatturato annuo si aggira sui 400 milioni di euro e impiega oltre 2.500 addetti;

nel 2008 la Askoll, per consolidare la propria presenza internazionale, acquisisce l’americana
Emerson Appliance Motors Europe (E.A.M.E) proprietaria in Italia di due realtà industriali di
eccellenza: lo stabilimento ex Plaset di Moncalieri, in Provincia di Torino, con circa 330 dipendenti
e lo stabilimento ex Ceset di Castell’Alfero, in Provincia di Asti, con circa 296 dipendenti. Questi
due siti produttivi assumeranno la nuova denominazione di Askoll P&C. 

Quest’acquisizione permetterà alla Askoll di conseguire la leadership nel mercato mondiale dei
motori elettrici per applicazioni domestiche (ex Ceset) e delle pompe di scarico per lavabiancheria e
lavastoviglie (ex Plaset);
immediatamente all’acquisizione dell’EAME la Askoll P&C presenta il nuovo piano industriale
di riconversione e riqualificazione industriale dei due siti produttivi di Moncalieri (TO) e
Castell’Alfero (AT) prevedendo nel biennio 2009 / 2010 investimenti per complessivi 16 milioni di
euro a fronte però di una riorganizzazione dei suddetti siti piemontesi con l’avvio della cassa
integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione (CIGS) su cui viene siglato un accordo
sindacale;

in contrasto con quanto affermato, anche con comunicato stampa del 9 giugno 2009, “…di
rimanere competitiva ed efficiente senza delocalizzare, creando valore attraverso un nuovo sistema
industriale, tecnologicamente avanzato, radicato e integrato nel territorio,…” la Askoll avvia una
sistematica azione di ridimensionamento della presenza in Italia a favore degli stabilimenti esteri.
Infatti, la ex Plaset di Moncalieri, dopo l’iniziale accordo dei 24 mesi di CIGS (giugno 2009-giugno
2011) per l’avvio del percorso di ristrutturazione industriale, viene chiusa per crisi e i 208 lavoratori
coinvolti messi in CIGS per cessazione attività da giugno 2011 sino a inizio giugno 2013 e ulteriori
6 mesi di CIGD (Cigs in deroga) concessa dalla Regione Piemonte (termine dicembre 2013);

anche per Castell'Alfero, dove attualmente sono in forza circa 225 addetti, sembra profilarsi lo
stesso destino della ex Plaset. Infatti successivamente al piano di ristrutturazione che prevedeva il
ricorso a 24 mesi di CIGS per ristrutturazione (giugno 2009 - giugno 2011), e alla istanza di
ulteriori 12 mesi di CIGS, sempre per ristrutturazione, conclusa nel giugno 2012, e all’accordo
sottoscritto il 5 giugno 2012, presso il Ministero del Lavoro a Roma, relativo al nuovo piano
industriale per la cessazione della produzione del “vecchio” motore universale MCA per lavatrice,
con conseguente chiusura del reparto produttivo delocalizzato presso lo stabilimento in Slovacchia,
e la concessione ai 101 lavoratori in esubero di 24 mesi di CIGS, (giugno 2012 - giugno 2014), il 25
febbraio 2014 la Società avvia la procedura di licenziamento collettivo comunicando la necessità di
dar corso, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dagli art. 4 a 24 della legge 223/1991, “Norme
in materia di cassa integrazione, mobilità, trattamenti di disoccupazione, attuazione di direttive
della Comunità europea, avviamento al lavoro ed altre disposizioni in materia di mercato del
lavoro”, ad una riduzione collettiva del personale per cessazione dell’attività. Questo a fronte di un
piano industriale che prevedeva la prosecuzione della produzione a Castell’Alfero
dell’Askollmotor, che ha registrato negli ultimi anni un trend produttivo molto positivo, e
all’industrializzazione di altri motori elettrici evoluti, già peraltro sviluppati nel laboratori
castellalferesi anche in partnership col Politecnico di Torino;

infatti la Askoll è leader mondiale di motori elettrici, con 600 brevetti depositati e con circa 17
milioni annui dedicati allo sviluppo tecnologico di prodotti e componenti, con laboratori dedicati sia
a Castell’Alfero che a Dueville. Inoltre, sono ad un livello avanzato di sviluppo i prototipi di veicoli
elettrici (minicar, scooter e biciclette elettriche) che rappresentano il futuro della mobilità urbana in
Italia e nel mondo e, pertanto, l’azienda italiana, come per altri prodotti nel passato, potrebbe
diventare leader mondiale di motori elettrici per la mobilità urbana;

da settimane i lavoratori di Askoll P&C sono in stato di agitazione, con presidi ai cancelli e
cortei per le vie di Asti e di Dueville (Vi), per denunciare il comportamento elusivo e poco etico
della Direzione Aziendale e la decisione di trasferire all’estero tecnologia e know-how italiano
nonostante i volumi produttivi nel sito astigiano siano raddoppiati rispetto lo scorso anno e il trend
sia in netta crescita. Senza tener alcun conto di questo l’Azienda ha inviato alle O.O.S.S. il 25
febbraio la su ricordata lettera di avvio procedura per la chiusura dello stabilimento;
lo stabilimento Askoll P&C di Castell’Alfero si è sempre contraddistinto quale sito d’eccellenza
per la progettazione e la produzione di motori elettrici e pertanto, oltre a salvaguardare i livelli
occupazionali, occorre proteggere un patrimonio produttivo strategico per il nostro Paese che dovrà
necessariamente conquistare una leadership mondiale nelle nuove tecnologie della mobilità
urbana:-
quali iniziative il Governo intenda assumere, in vista dell’incontro fissato per il prossimo 10
marzo 2014, per scongiurare ogni pericolo di chiusura o comunque di delocalizzazione o
esternalizzazione delle attività dello stabilimento ex Ceset di Castell'Alfero, in Provincia di Asti,
promuovendo al contempo un piano industriale che incentivi la ricerca scientifica e l’innovazione
tecnologica in quei settori in cui possiamo acquisire una leadership mondiale come la mobilità
ecosostenibile;
quali iniziative, inoltre, il Governo intenda intraprendere al fine di accertare che la
delocalizzazione di immobilizzazioni materiali e di know how tecnologico, e tutto ciò che concerne
le proprietà intellettuali registrate e non, effettuata da Askoll verso i suoi stabilimenti esteri, in
particolare Slovacchia, Romania e Cina, sia avvenuta nel rispetto della vigente normativa fiscale in
termini di trasfer price e, ancora, per verificare l’impatto sul bilancio dello Stato dei finanziamenti
pubblici erogati in questi anni all’Azienda e a Società del gruppo, da tutti i livelli istituzionali,
direttamente per ricerca, innovazione e sviluppo di prodotti e indirettamente sotto forma di
trattamenti previdenziali ed assistenziali, come il ricorso alla CIGS e ai Contratti di Solidarietà, per
i suoi dipendenti;
quali iniziative, il Governo intenda avviare per appurare se le motivazioni addotte dalla Askoll,
per delocalizzare le sue attività e i suoi prodotti all’estero, siano eticamente ed economicamente
effettivamente fondate oppure se siano dettate unicamente da logiche finanziarie di natura
speculativa.

Dep. Paolo Nicolò Romano 

Dep. Daniele Pesco 


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