mercoledì 19 marzo 2014

Il "tagliatore di teste" Askoll insulta VicenzaPiù che osa parlare di 223 licenziati mentre Marioni tace e snobba il Mise

ARTICOLO DEL GIORNALE DI VICENZA DEL 19/03/2014 ore 00:26
Uno dei presenti all'incontro in Assindustria Vicenza tra la delegazione aziendale della Askoll e i sindacati Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil, che rappesentano i 223 licenziati del sito di Castell'Alfero del gruppo che fa capo al vicentino Elio Marioni, ci ha riferito, senza tema di smentite vista la quantità dei partecipanti  e «per puro dovere di cronaca», che «ieri (17 marzo) il dott. Mastelli nel suo show personale ne ha avute per tutti, compreso lei, definendola "quel pirla di Vicenzapiù" mentre parlava della m****a che tiriamo addosso attraverso il blog Askollinlotta e il web a Marioni e ad Askoll».
Mastelli nei suoi improperi ha, quindi, attaccato, come ci si aspetta tipicamente da coraggiosi "tagliatori di risorse umane" per mestiere, i "deboli", come gli operai e  come VicenzaPiù, ben guardandosi dal proferire parola contro quelli che sono anche solo un po' più ... "muscolosi", come i giornalisti e i politici che grazie a Gianluigi Paragone, il conduttore de La Gabbia su La7, ne hanno dette un bel po' di verità analoghe a quelle raccontate da noi.
Non sappiamo, allora, se siamo più spaventati (feriti?) dal generale Marioni che, senza esporsi neanche per un'intervista e per dichiarazioni che ci aveva assicurato dopo aver provato prima a intimorirci poi a blandirci, manda avanti i suoi mercenari al grido "armiamoci e combattete" nell'incomprensibile (?) silenzio dei sindacalisti e dei media vicentini.
O da chi, come il "povero" Mastelli, ha il coraggio almeno di urlare contro tutto e tutti, destando sconcerto, ci dicono, anche tra gli amministratori pubblici e i funzionari di Assindustria Asti, mentre cancella il futuro di 223 famiglie a Castell'Alfero. D'altronde il consulente Mastelli sarebbe la testa di ... legno aziendale che ha fatto altrettanto con altre 300 famiglie a Moncalieri nel 2011 per conto di chi per questo misero lavoro lo paga profumatamente. Almeno così speriamo per lui vista la vergogna che una persona qualunque, ripetiamo una persona, proverebbe al suo posto invece di inveire ome ha fatto lui contro i lavoratori, che vorrebbero solo continuare a guagagnarsi un migliaio di euro al mese, apostrofandoli, dall'alto del suo cachet, con l'accusa di essere dei "sognatori".
Nel dubbio su chi più spaventa me stesso e il "povero" VicenzaPiù, dopo aver accennato ieri, lunedì, alla corrida che, secondo i sindacati, Mastelli avrebbe inscenato in Assindustria da intrepido torero assetato del sangue di tori, però già da altri affamati e feriti, riportiamo la cronaca dell'incontro di Tiziano Toniolo, il battagliero componente in quota Fim Cisl della Rsu, fatta prima che a noi ai lavoratori che oggi hanno ascoltato il racconto di chi c'era nella sala in cui si è rappresentato uno degli atti più squallidi del dramma della Askoll, ci dicono sindacalisti come lo tesso Toniolo della Fim Cisl, Silvano Uppo della Uilm Asti e Beppe Morabito della Fiom Cgil: loro insieme ai loro lavoratori non smettono di «sognare che il lavoro possa rimanere anche dove gli imprenditori vogliono azzerarlo dopo aver sfruttato i sacrifici dei dipendenti e le provvidenze pubbliche, anche quelle che forse non erano dovute, per il proprio esclusivo tornaconto».
Fino ad oggi abbiamo provato a fare cronaca e continueremo a farla, anche se Mastelli la definisce m***a, avendo molte informazioni, che sempre proviamo a controllare, da chi sta pagando per ... aver lavorato credendo in un'azienda, che, invece, dopo quelle iniziali di Massimo Fùrlan che abbiamo puntualmente riportato anche su due pagine di VicenzaPiù n. 268, si è trincerata dietro un silenzio che sa solo di colpa, visto che chi ha "ragioni" da vendere le rende note. Senza urla e col dovuto rispetto non tanto verso cronisti "pirla" come noi ma verso lavoratori che hanno onorato un'azienda che il suo presidente ha sempre descritto come modello. Salvo affidarne la distruzione a tal Maurizio Mastelli, che ha addirittura preannunciato che «all'incontro a Roma al Mise già fissato per venerdì 21 marzo alle ore 12.00 l'azienda non si presenterà...». 
Favorendo, però, almeno i sospiri di sollievo dei dirigenti e dei funzionari ministeriali che già temevano gli epiteti gratuiti, ma ben pagati, di Maurizio Mastelli, l'indefesso tagliatore di Creazzo.

Ecco la cronaca di Tiziano Toniolo dell'incontro show dilunedì 17 marzo in Assindustria Asti

Lunedì 17 marzo 2014 pomeriggio presso l'Unione Industriali di Asti si è svolto un incontro tra Azienda Askoll P&C e i Sindacati, per cercare una soluzione alla Lettera di Licenziamento collettivo per chiusura stabilimento del 25 febbraio. Cominciato alle 15.30 con un'ora di ritardo per attendere il consulente aziendale dott. Mastelli, arrivato molto, troppo carico dall'ampio mandato ricevuto dall'imprenditore, l'incontro infruttuoso si è protratto sin oltre le 19.00.
L'azienda è rimasta sulla dura posizione di chiusura stabilimento ed era solo disponibile a discutere i costi legati alla chiusura, tornando sulla eventualità di portare i famosi libri in tribunale.
Mentre i sindacati, definiti "sognatori" dal Mastelli, invece sono per il mantenimento del sito produttivo, come son sempre stati, e ribadendo ancora una volta la disponibilità a trattare a 360° sulla sostenibilità della Askoll P&C, cui va aggiunta una lunga serie di "pesi" da mettere sul piatto della bilancia, per farla pendere per il proseguo delle produzioni a Castell'Alfero.
Tra questi "pesi" vi sono:
- la reale possibilità di usufruire per altri due anni degli ammortizzatori sociali dei Contratti di Solidarietà (con relativa grande flessibilità della manodopera, difficilmente riscontrabile in altri ambiti, con bassi costi per l'Azienda);
- l'eventuale aiuto economico della Regione finalizzato ad un piano industriale che mantenga il sito aperto;
- il concretizzarsi a brevissimo di finanziamenti da MiSE e MiUR (in totale 1,5 milioni di euro, ma se il sito chiude...);
- i benefici derivanti dal tavolo ministeriale sulla crisi del settore dell'elettrodomestico italiano;
- la possibilità di monetizzare cedendo il pacchetto azioni di Askoll Tre detenuto dalla Askoll P&C (valore 2,6 milioni), anche alla luce della previsione aziendale che fra non molto non vi sarà più necessità di produrre pompe in Europa;
- i costi di trasloco delle linee in Slovacchia (milioni, di cui 600-700 mila euro di costi vivi + il fermo linee di tre mesi per relativi smontaggio e trasloco e rimontaggio + il periodo di formazione e addestramento della manodopera slovacca, stimato in circa un anno per tornare all'attuale regime produttivo, perché non vi sarà alcun affiancamento con personale esperto, né vi è una pregressa conoscenza del motore askoll motor);
- i costi legati al versamento del contributo di mobilità, pari a 9 mensilità in caso di mancato accordo, per ogni lavoratore licenziato (oltre un milione);
- i costi legali legati ai licenziamenti e relative cause;
- i costi legali relativi al mancato rispetto e conseguente nullità dell'Accordo firmato al Ministero del Lavoro del 05.06.2012; verrebbe messo in discussione l'intero biennio giugno 2012-2014 di ammortizzatori sociali (Cigs per chiusura Reparto Mca e Contratti di Solidarietà), con richiesta danni economici da parte da OOSS e maestranze oltre che a ragion veduta dall'Inps (in tal caso sarebbero diversi milioni di euro).
Senza contare le varie azioni di contrasto che le Istituzioni e i Parlamentari, intervenuti a sostengono dei Lavoratori sin dall'inizio della crisi, possono mettere autonomamente in campo, e i risvolti legati al documento pervenuto al quotidiano LA STAMPA, che illustra un piano di chiusura di Castell'Alfero databile all'estate scorsa, datazione in qualche modo anticipata dalla contro parte durante l'incontro odierno.
Infine vi sono i costi legati all'eventuale naufragio della messa in produzione in Slovacchia del nuovo motore askoll motor EVO già a budget 2014 (con clienti fortemente interessati), il cui know how appartiene però solo alle maestranze di Castell'Alfero, e del quasi scontato incerto avvio all'estero della produzione dell'attuale askoll motor (ma questi in fondo sono rischi che la dirigenza ha già dichiarato la settimana scorsa di volersi assumere).
Seppur infruttuosa la riunione ha offerto e offrirà numerosi spunti di riflessione sul futuro della trattativa; fra questi la dichiarazione di Mastelli che all'incontro a Roma al Mise già fissato per venerdì 21 marzo alle ore 12.00 l'azienda non si presenterà.
I toni si son accesi nel finale con insulti volati all'indirizzo dei Rappresentanti sindacali da parte del Mastelli, autore di un One Man show che difficilmente verrà scordato, nel male, da chi sedeva a quel tavolo; personalmente mi son un tantino vergognato (e son certo di non essere stato l'unico a disagio da entrambi i lati del tavolo, e in più occasioni durante tutto l'incontro) di appartenere a un'azienda che si fa così rappresentare... pure in una seria discussione che riguarda ben 220 famiglie.

Chiudo da "sognatore" quale sono e quale son fiero d'essere: per cancellare l'amarezza di una simile giornata a me è bastato volger uno sguardo alla splendida luna piena qua fuori... ad altri non basterà certo il fondo di un "gotto".

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