venerdì 21 febbraio 2014

Piove sempre sul bagnato ...

Dopo aver preso comiato dai colleghi ormai due anni or sono, mi ero ripromesso di non scrivere più su questo blog, troppi ricordi, troppi pensieri ma, sentendo le notizie di chiusura dello stabilimento che sempre più insistentemente si fanno avanti non posso evitare di fare quantomeno qualche considerazione.

Prendo spunto da quanto recentemente comparso sulle pagine on-line di "VicenzaPiù", che riporto letteralmente di seguito: "Della situazione astigiana della Askoll si stanno occupando oltre a La Stampa anche La nuova Provincia e La gazzetta di Asti, mentre nulla di più di quanto scriviamo noi, stiamo leggendo a Vicenza, nè sui media nè da parte dei sindacati locali. Nè tanto meno siamo a conoscenza di azioni di solidarietà con i colleghi astigiani dei lavoratori vicentini, non sappiamo se per la disinformazione mediatica e sindacale o per la sparizione degli ormai troppo vecchi sentimenti di condivisione dei problemi."

Queste parole pesano come macigni, poichè ancora una volta emerge il totale disinteresse da parte di Askoll Vicenza e più in generale delle istituzioni e dei sindacati veneti per le vicende dei colleghi piemontesi.
Non siamo nuovi a questa forma di oblio e di disinformazione sistematica operata da Askoll, proprio come due anni fa l'azienda si adopera al fine di confondere e disinformare, fuggendo e negandosi di fronte a qualsiasi richiesta di chiarimento, finanche da parte delle istituzioni.
E' vero, ci si sarebbe aspettati forse almeno un gesto di solidarietà da parte dei colleghi di Vicenza, ma penso (spero) più per paura di ritorsioni che per altro nulla è arrivato, e dire che proprio a Vicenza oggi lavorano alcuni colleghi precedentemente impiegati negli stabilimenti Astigiano e Torinese. Da loro, come da tutti gli altri, non una parola.
In questi giorni abbiamo sentito parlare di mobilitazioni, di cortei e di presidi. I giornali locali fanno un gran can can, ma dove conta, dove l'opinione pubblica dovrebbe sapere, dove la gente dovrebbe rendersi conto di chi è veramente Elio Marioni, del fatto che non si è fatto nessuno scrupolo a mettere in mezzo ad una strada 500 famiglie, li a casa sua, tutto tace, perchè li Elio Marioni è una specie di sant'uomo un intoccabile (o almeno così lui si considera). Li, a casa sua, il gran timoniere, si permette persino di "prestare" al comune 100.000 euro, come anticipo sulle opere di urbanizzazione del suo "Centro Equestre Internazionale" (un progetto da ben 25 milioni di euro). Che nome vogliamo dare a questa cosa ? Cosa si sarebbe detto se questo fosse successo a Caltagirone ed Elio si fosse chiamato chessò Pasquale o Salvatore ? Ogni lettore può fare a questo punto le sue personali considerazioni, io le mie le ho già fatte.
Allora che dire, credo che il sentimento comune sia quello di chi ormai abbandonato si avvia rassegnato al suo destino. Nelle poche parole scambiate occasionalmente in questi mesi con qualche collega non sono riuscito a cogliere che rassegnazione, non più la speranza o la convinzione che la lotta possa portare a qualche soluzione. Forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più prima che la situazione arrivasse a questo punto, quando due anni fa si decise di terminare lo sciopero sulla scorta di un accordo troppo stretto e di promesse puntualmente disattese, o forse no, forse quello era tutto quello che ci era dato di ottenere, due anni di agonia, non lo sapremo mai. Sta di fatto che all'orizzonte si vedono solo nuvoloni neri e pioverà, ancora una volta, sul bagnato.

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