Nell’ottobre 2008 la società
ASKOLL con sede a Dueville (VI) acquista dalla multinazionale americana Emerson
il gruppo EAME, del quale fanno parte gli stabilimenti italiani di Moncalieri
(TO) ex Plaset con circa 330 dipendenti e una produzione di circa 20 milioni di
pompe di scarico per lavatrici all'anno, oltre a ventilatori per forni e di
Castell'Alfero (AT) ex CESET con 296 dipendenti e una produzione di circa 2,5
milioni di motori per lavatrici all'anno); vengono contestualmente acquisiti
anche gli altri stabilimenti EAME ubicati in Slovacchia, Romania e Cina, tutti
dediti alla produzione di questi motori per il mercato del bianco.
Il gruppo ex EAME prende il
nome di Askoll P&C.
Con questo acquisto l’Askoll ha
una quota di mercato del 40% dei motori per lavatrici europei.
Inizia da subito un piano di
ristrutturazione che, a detta dei vertici ASKOLL, avrebbe comportato per
l'azienda un investimento di circa 16 milioni di euro (poi divenuti oltre 20)
per modernizzare il prodotto, a fronte di una riduzione del personale fino ad
arrivare a 158 unità a Moncalieri e 204 a Castell'Alfero.
La modernizzazione del
prodotto, per quanto riguarda Moncalieri, è consistita in una riconversione
delle pompe di scarico ivi prodotte, in quelle prodotte da ASKOLL a Dueville
(VI). Questa operazione definita dall'azienda “askolizzazione”, ha avuto un
esito drammatico in quanto, a seguito del rifiuto dei clienti ad acquistare un
prodotto diverso ad un prezzo maggiore, non solo vi è stata una perdita di
volumi dovuta alla crisi come afferma l'azienda per giustificarsi, ma perdite
colossali di quote di mercato a vantaggio di concorrenti anche Europei, uno
spagnolo in particolare e ad oggi la ASKOLL ha perso tutto il mercato
“comprato” con l'acquisizione della ex Plaset.
Lo stabilimento di Moncalieri è
stato chiuso per cessata attività a fine 2011.
Per quanto riguarda lo
stabilimento di Castell'Alfero, la modernizzazione ha consistito nella
progressiva delocalizzazione del cosiddetto motore universale, al momento
dell'acquisizione prodotto in circa 2,5 milioni di pezzi l'anno, per
soppiantarlo con un motore “AskollMotor” progettato a Dueville che, secondo il
patron delll'ASKOLL Elio Marioni, avrebbe dovuto essere prodotto in circa tre
milioni di pezzi l'anno. Peccato che questa, come tutte le altre ormai consuete
sparate faraoniche sui giornali vicentini e su Milano Finanza NordEst, sia
stata in breve tempo smentita dalla realtà dei fatti. Il 2013, anno di maggior
produzione dell'AskollMotor, si è chiuso con 300.000 pezzi prodotti.
Esattamente un decimo di quelli paventati dal Sig. Marioni. L'imposizione di
questo motore da parte del managemant ASKOLL, ha di fatto stoppato il cammino
verso la messa in produzione di un motore che si stava sviluppando a
Castell'Alfero, in collaborazione con il Politeco di Torino e facente parte di
un bando del Ministero dello Sviluppo Economico, il progetto EROD. Lo sviluppo
del motore è ripreso solo di recente, a fronte di pressioni dei vertici dello
stabilimento astigiano. La delocalizzazione del motore universale, non ha
fermato la perdita di quote di mercato a vantaggio di concorrenti non solo
cinesi, ma anche in particolare di uno italiano (la Sole ex reparto motori della
Electrolux di Porcia).
Oggi 25 febbraio 2014, la ASKOLL ha presentato richiesta di
mobilità collettiva per cessazione attività per tutti i dipendenti dello
stabilimento di Castell'Alfero.
E' inoltre doveroso sottolineare che tutte le linee ed i macchinari installati presso i siti di Moncalieri e Castell'Alfero, sono stati prodotti o acquistati e poi rivenduti a prezzo maggiorato a ASKOLL P&C da ASKOLL4.
Praticamente per la maggior parte di essi, gli investimenti non sono stati soldi spesi a vantaggio di terzi, ma soldi che uscivano da una tasca per rientrare nell'altra...
E' inoltre doveroso sottolineare che tutte le linee ed i macchinari installati presso i siti di Moncalieri e Castell'Alfero, sono stati prodotti o acquistati e poi rivenduti a prezzo maggiorato a ASKOLL P&C da ASKOLL4.
Praticamente per la maggior parte di essi, gli investimenti non sono stati soldi spesi a vantaggio di terzi, ma soldi che uscivano da una tasca per rientrare nell'altra...
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