mercoledì 26 febbraio 2014

ASKOLL P&C - A COSA SONO SERVITI GLI INVESTIMENTI SBANDIERATI DAL DOTT. FURLAN

Nell’ottobre 2008 la società ASKOLL con sede a Dueville (VI) acquista dalla multinazionale americana Emerson il gruppo EAME, del quale fanno parte gli stabilimenti italiani di Moncalieri (TO) ex Plaset con circa 330 dipendenti e una produzione di circa 20 milioni di pompe di scarico per lavatrici all'anno, oltre a ventilatori per forni e di Castell'Alfero (AT) ex CESET con 296 dipendenti e una produzione di circa 2,5 milioni di motori per lavatrici all'anno); vengono contestualmente acquisiti anche gli altri stabilimenti EAME ubicati in Slovacchia, Romania e Cina, tutti dediti alla produzione di questi motori per il mercato del bianco.
Il gruppo ex EAME prende il nome di Askoll P&C.
Con questo acquisto l’Askoll ha una quota di mercato del 40% dei motori per lavatrici europei.
Inizia da subito un piano di ristrutturazione che, a detta dei vertici ASKOLL, avrebbe comportato per l'azienda un investimento di circa 16 milioni di euro (poi divenuti oltre 20) per modernizzare il prodotto, a fronte di una riduzione del personale fino ad arrivare a 158 unità a Moncalieri e 204 a Castell'Alfero.
La modernizzazione del prodotto, per quanto riguarda Moncalieri, è consistita in una riconversione delle pompe di scarico ivi prodotte, in quelle prodotte da ASKOLL a Dueville (VI). Questa operazione definita dall'azienda “askolizzazione”, ha avuto un esito drammatico in quanto, a seguito del rifiuto dei clienti ad acquistare un prodotto diverso ad un prezzo maggiore, non solo vi è stata una perdita di volumi dovuta alla crisi come afferma l'azienda per giustificarsi, ma perdite colossali di quote di mercato a vantaggio di concorrenti anche Europei, uno spagnolo in particolare e ad oggi la ASKOLL ha perso tutto il mercato “comprato” con l'acquisizione della ex Plaset.
Lo stabilimento di Moncalieri è stato chiuso per cessata attività a fine 2011.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Castell'Alfero, la modernizzazione ha consistito nella progressiva delocalizzazione del cosiddetto motore universale, al momento dell'acquisizione prodotto in circa 2,5 milioni di pezzi l'anno, per soppiantarlo con un motore “AskollMotor” progettato a Dueville che, secondo il patron delll'ASKOLL Elio Marioni, avrebbe dovuto essere prodotto in circa tre milioni di pezzi l'anno. Peccato che questa, come tutte le altre ormai consuete sparate faraoniche sui giornali vicentini e su Milano Finanza NordEst, sia stata in breve tempo smentita dalla realtà dei fatti. Il 2013, anno di maggior produzione dell'AskollMotor, si è chiuso con 300.000 pezzi prodotti. Esattamente un decimo di quelli paventati dal Sig. Marioni. L'imposizione di questo motore da parte del managemant ASKOLL, ha di fatto stoppato il cammino verso la messa in produzione di un motore che si stava sviluppando a Castell'Alfero, in collaborazione con il Politeco di Torino e facente parte di un bando del Ministero dello Sviluppo Economico, il progetto EROD. Lo sviluppo del motore è ripreso solo di recente, a fronte di pressioni dei vertici dello stabilimento astigiano. La delocalizzazione del motore universale, non ha fermato la perdita di quote di mercato a vantaggio di concorrenti non solo cinesi, ma anche in particolare di uno italiano (la Sole ex reparto motori della Electrolux di Porcia).

Oggi 25 febbraio 2014, la ASKOLL ha presentato richiesta di mobilità collettiva per cessazione attività per tutti i dipendenti dello stabilimento di Castell'Alfero.
E' inoltre doveroso sottolineare che tutte le linee ed i macchinari installati presso i siti di Moncalieri e Castell'Alfero, sono stati prodotti o acquistati e poi rivenduti a prezzo maggiorato a ASKOLL P&C da ASKOLL4.
Praticamente per la maggior parte di essi, gli investimenti non sono stati soldi spesi a vantaggio di terzi, ma soldi che uscivano da una tasca per rientrare nell'altra...

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