Dopo aver letto l'ultima fatica del
menestrello Massimo Furlan ci siamo resi conto ancor più di quanto sapevamo
già: quanto ridicola sia questa Azienda nei suoi Comunicati Stampa. Comunicati
stilati ad hoc per cercare di convincere chi legge, dei perchè sia inevitabile una chiusura, se non per incapacità, presunzione e arroganza del non saper fare di un management di basso livello. Peccato che questo management sia tutto nel nord-est! Siamo ulteriormente disgustati.
Marioni, Beaupain,
Bolcati, Bassini, Faccio e il menestrello Furlan (i non nominati non si sentano esclusi...), per solleticare la vostra "intelligenza" riportiamo un riassunto del Canto Terzo dell'inferno della Divina
Commedia di Dante Alighieri:
"...Nell'Inferno Dantesco si entra tramite una porta; un’iscrizione
sulla sua sommità dice che quel luogo di pena è eterno, creato dalla giustizia divina
per punire i peccatori. Virgilio invita Dante ad armarsi di molto coraggio e ad abbandonare
ogni titubanza ed esitazione; lo prese infine per mano e lo introduce nel regno
del male, dove soffrono le anime senza più speranza di salvezza. Un forte
tumulto, fatto di lamenti, grida e pianti, imprecazioni e gesti di
disperazione, colpisce Dante che
chiede a Virgilio chi
mai possa essere quella gente così provata dal dolore: si tratta degli ignavi che, insieme agli angeli
rimasti neutrali nello scontro tra Lucifero e Michele, sono cacciati dal Paradiso e allo stesso tempo rifiutati dall'Inferno; pertanto si trovano
nell’Antinferno, in una condizione così spregevole da invidiare gli altri
dannati: seguono una bandiera, nudi e punti da mosconi e vespe; il loro sangue, che si mescola alle lacrime, nutre luridi vermi. Dante scorge un’altra massa di dannati: sono i
peccatori in attesa di essere traghettati sull’Acheronte e di giungere nel
luogo dove la giustizia divina li condanna a scontare in eterno la loro
pena..."
Pubblicheremo tranquillamente in versione integrale il Comunicato Stampa emesso dall'Azienda nella giornata di oggi facendo le dovute osservazioni.
Si vis pacem, para bellum.
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