martedì 18 marzo 2014

MASTELLI...SE LO CONOSCI LO EVITI

Postiamo la "prova" di una delle provocazioni messe in campo dal menestrello Mastelli. 
Come dice Crozza nel Paese delle meraviglie: tutto ciò è un SCIOGNO! 
Marioni ha voluto giocare il jolly...beh crediamo abbia fatto un'ottima scelta.


Riassunto dell'incontro tra Azienda e OOSS

Lunedì 17 marzo 2014 pomeriggio presso l’Unione Industriali di Asti si è svolto un incontro tra Azienda Askoll P&C e i Sindacati, per cercare una soluzione alla Lettera di Licenziamento collettivo per chiusura stabilimento del 25 febbraio.
Cominciato alle 15.30 con un’ora di ritardo per attendere il consulente aziendale dott. Mastelli, arrivato molto troppo carico dall’ampio mandato ricevuto dall’imprenditore, l’incontro infruttuoso si è protratto sin oltre le 19.00.
L’azienda è rimasta sulla dura posizione di chiusura stabilimento ed era solo disponibile a discutere i costi legati alla chiusura, tornando sulla eventualità di portare i famosi libri in tribunale.
Mentre i sindacati, definiti “sognatori” dal Mastelli, invece sono per il mantenimento del sito produttivo, come son sempre stati, e ribadendo ancora una volta la disponibilità a trattare a 360° sulla sostenibilità della Askoll P&C, cui va aggiunta una lunga serie di “pesi” da mettere sul piatto della bilancia, per farla pendere per il proseguo delle produzioni a Castell’Alfero.
Tra questi “pesi” vi sono:
- la reale possibilità di usufruire per altri due anni degli ammortizzatori sociali dei Contratti di Solidarietà (con relativa grande flessibilità della manodopera, difficilmente riscontrabile in altri ambiti, con bassi costi per l’Azienda);
- l’eventuale aiuto economico della Regione finalizzato ad un piano industriale che mantenga il sito aperto;
- il concretizzarsi a brevissimo di finanziamenti da MiSE e MiUR (in totale 1,5 milioni di euro, ma se il sito chiude…);
- i benefici derivanti dal tavolo ministeriale sulla crisi del settore dell’elettrodomestico italiano;
- la possibilità di monetizzare cedendo il pacchetto azioni di Askoll Tre detenuto dalla Askoll P&C (valore 2,6 milioni), anche alla luce della previsione aziendale che fra non molto non vi sarà più necessità di produrre pompe in Europa;
- i costi di trasloco delle linee in Slovacchia (milioni, di cui 600-700 mila euro di costi vivi + il fermo linee di tre mesi per relativi smontaggio e trasloco e rimontaggio + il periodo di formazione e addestramento della manodopera slovacca, stimato in circa un anno per tornare all’attuale regime produttivo, perché non vi sarà alcun affiancamento con personale esperto, né vi è una pregressa conoscenza del motore askoll motor);
- i costi legati al versamento del contributo di mobilità, pari a 9 mensilità in caso di mancato accordo, per ogni lavoratore licenziato (oltre un milione);
- i costi legali legati ai licenziamenti e relative cause;
- i costi legali relativi al mancato rispetto e conseguente nullità dell’Accordo firmato al Ministero del Lavoro del 05.06.2012; verrebbe messo in discussione l’intero biennio giugno 2012-2014 di ammortizzatori sociali (Cigs per chiusura Reparto Mca e Contratti di Solidarietà), con richiesta danni economici da parte da OOSS e maestranze oltre che a ragion veduta dall’Inps (in tal caso sarebbero diversi milioni di euro).
Senza contare le varie azioni di contrasto che le Istituzioni e i Parlamentari, intervenuti a sostengono dei Lavoratori sin dall’inizio della crisi, possono mettere autonomamente in campo, e i risvolti legati al documento pervenuto al quotidiano LA STAMPA, che illustra un piano di chiusura di Castell’Alfero databile all’estate scorsa, datazione in qualche modo anticipata dalla contro parte durante l’incontro odierno.
Infine vi sono i costi legati all’eventuale naufragio della messa in produzione in Slovacchia del nuovo motore askoll motor EVO già a budget 2014 (con clienti fortemente interessati), il cui know how appartiene però solo alle maestranze di Castell’Alfero, e del quasi scontato incerto avvio all’estero della produzione dell’attuale askoll motor (ma questi in fondo sono rischi che la dirigenza ha già dichiarato la settimana scorsa di volersi assumere).
Seppur infruttuosa la riunione ha offerto e offrirà numerosi spunti di riflessione sul futuro della trattativa; fra questi la dichiarazione di Mastelli che all’incontro a Roma al Mise già fissato per venerdì 21 marzo alle ore 12.00 l’azienda non si presenterà.
I toni si son accesi nel finale con insulti volati all’indirizzo dei Rappresentanti sindacali da parte del Mastelli, autore di un One Man show che difficilmente verrà scordato, nel male, da chi sedeva a quel tavolo; personalmente mi son un tantino vergognato (e son certo di non essere stato l’unico a disagio da entrambi i lati del tavolo, e in più occasioni durante tutto l’incontro) di appartenere a un’azienda che si fa così rappresentare… pure in una seria discussione che riguarda ben 220 famiglie.
Chiudiamo da “sognatori” quali siamo e quali siamo fieri d’essere: per cancellare l’amarezza di una simile giornata ci è bastato volger uno sguardo alla splendida luna piena qua fuori… ad altri non basterà certo il fondo di un “gotto”.

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