lunedì 31 marzo 2014

LETTERA DI SIMONE

Buonasera a tutti,
Sono Simone Bigaran, il “crumiro” protagonista dell’art. datato 30 marzo e vorrei condividere con i colleghi e lettori del blog alcune considerazioni.
Fin dal 13 Febbraio ho, come tutti i lavoratori di Askoll P&C, aderito allo sciopero a singhiozzo e partecipato ai cortei cittadini. 
Come tutti quelli che potevano, ho espresso alla Dirigenza il mio punto di vista sul disastro umano e professionale che si profilava con la scelta dell’azienda di chiudere.
Venerdì scorso ho portato a Vicenza due campioni mentre andavo a fare una riunione e per questo, pedinato e fotografato, sono stato accusato di slealtà.
Forse sono un tecnico mediocre ma sleale no, ho sempre collaborato coi colleghi al massimo delle mie capacità, con l’obiettivo di conseguire risultati per tutti, non solo per l’azienda. Chi ha lavorato con me in questi anni credo possa testimoniare quanto sto scrivendo.
In qualità di responsabile tecnico del motore BPM ho quotidiani e ripetuti contatti con clienti, contatti che, come facilmente potete intuire sono in fase critica dal 13 febbraio. 
In coscienza ho pertanto ritenuto che l’azione da me compiuta fosse non solo opportuna ma direi necessaria.
Mai avrei in ogni caso agito per danneggiare colleghi con cui ho condiviso e condivido il pane quotidiano. 
Continuerò a guardarmi allo specchio e ad incrociare lo sguardo dei miei figli come ho sempre fatto, conscio dei miei limiti come tutti. 
Ovviamente non provo alcun risentimento per chi ha scritto l’articolo e per chi l’ha commentato perché è evidente il clima in cui è nato e sono disponibile a parlarne, se potessi, anche personalmente. 
Grazie per l’attenzione.
In fede 
Saluti
Simone Bigaran

LA PREMONIZIONE

Tratto da FACEBOOK




domenica 30 marzo 2014

IL CRUMIRO


Giovedì 27 marzo nel tardo pomeriggio in Corso Dante angolo Via Gandolfino Roreto il nostro controspionaggio ha intercettato due malintenzionati intenti a passarsi del "materiale sospetto". Sono stati immediatamente identificati, sono due personaggi noti: il nostro mitico Faccio assunto per essere licenziato (?)...che per l'ennesima volta ha fatto da postino, e il nostro collega Bigaran conosciuto come "Il Crumiro" che farà da corriere sulla via di Vicenza. Ora occorre capire: di cosa si tratta il materiale scambiato? Sarà per caso quello che doveva essere il "nostro" futuro? Per la Slovacchia è certo...

"...Crumiro è il termine con cui oggi si indica - con accezione tendenzialmente negativa - un lavoratore che non aderisce allo sciopero e continua la sua attività lavorativa, indipendentemente da quanto concordato nei sindacati che difendono i diritti dei lavoratori.
Normalmente il crumiro è malvisto dal lavoratore in quanto, non scioperando anche esso unitariamente a tutti gli altri lavoratori, fa diminuire la forza e l'efficacia dello sciopero stesso, con il rischio complessivo di non ottenere le rivendicazioni sindacali avanzate dai lavoratori, di solito atte a migliorare la situazione lavorativa complessiva degli stessi..." (tratto da wikipedia)

Sig. Faccio siccome ci teniamo alla sua salute (come Lei alla nostra d'altronde...) faccia attenzione alla schiena tutte le volte che carica materiale nel baule della sua auto, non si sa mai...

Ci saranno altri Crumiri attorno a noi? Pensiamo proprio di si...

venerdì 28 marzo 2014

LA MATURITA'

Anche oggi all'Azienda è stato dato un segnale di maturità da parte dei lavoratori, concedendo la spedizione parziale di pedane di motori Arcelik, conoscendo perfettamente l'importanza di questa spedizione. Questa apertura deve poter servire a far proseguire la trattativa in un clima sereno. 

Camion parcheggiato a 700 mt dai cancelli in attesa di ok al carico...peccato che fosse già in zona alle ore 13.00!

Purtroppo la stessa nostra maturità dalle parti di Vicenza qualcuno non ha. 
Ci rivolgiamo a Lei Sig. Flavio Vecchiato: quanto prima ci faccia una mail a tutti noi di Castell'Alfero, ci scriva pure che siamo degli "eroi", che per l'ennesima volta Le abbiamo tolto le castagne dal fuoco...! Venga a trovarci, sarà sempre il benvenuto.

Come dice la Bibbia: «Dio giudicherà il giusto e l'empio poiché c'è un tempo per il giudizio di qualsiasi azione e, nel luogo fissato, sarà giudicata ogni opera»


giovedì 27 marzo 2014

Castell’Alfero, Rsu risponde all’Askoll

Il Gruppo Askoll è, dalle stesse parole della Direzione Holding ed anche dal primo comunicato stampa dell’Azienda (poi successivamente rettificato) un gruppo in attivo.
- La Askoll P&C risulta effettivamente in perdita. Merita però precisare alcuni aspetti:
• Seppur omesso nel comunicato stampa aziendale va detto che, sin dall’acquisto da parte della Askoll, gli stabilimenti piemontesi riuniti sotto la denominazione Askoll P&C (acronimo di Plaset & Ceset) sono stati 2: quello di Moncalieri (ex Plaset) e di Castell’Alfero (ex Ceset); pertanto gli investimenti e le perdite sono, per una corretta visione delle cose, opportunamente da ripartire. A Moncalieri sono stati investiti circa 9 milioni di euro tra il 2009 e il 2011 per una completa ristrutturazione purtroppo fallita (meriterebbe analizzarne i motivi, ma questo non è il contesto appropriato) con conseguente chiusura produttiva dello stabilimento da novembre 2011. Gli investimenti hanno riguardato come a Castell’Alfero l’acquisto di macchinari principalmente dalla Askoll Quattro (altra società del Gruppo) e da altri fornitori (e per queste acquisizioni si è passati attraverso la Holding che applica un ricarico del 20% e più). Alla dismissione del sito torinese (dopo l’utilizzo di 54 mesi di CIG e 362 posti di lavoro perduti) buona parte di questi nuovi macchinari sono stati ceduti a prezzo di realizzo alla Askoll Tre (altra società del Gruppo, in cambio non di denaro ma di azioni per 2,6 milioni di euro), alla Simar (società riconducibile a cognato e sorella dell’imprenditore proprietario della Askoll), alla Askoll Brasile (altra società del Gruppo) e alla Askoll Romania (altra società del Gruppo), creando delle pesanti minusvalenze per la Askoll P&C, ma con benefici per le società “acquirenti”; non elenco le importanti perdite frutto di rottamazioni o dismissioni di materiali ne attrezzature ecc. ecc. causate dalla cessazione di Moncalieri. In caso di chiusura dello stabilimento di Castell’Alfero i macchinari sarebbero rivenduti alla Askoll Slovacchia (altra società del Gruppo) e le produzioni lì delocalizzate per profitto economico, seppur con rischi produttivi e di sviluppo intrinsechi non indifferenti.
• Le perdite sui bilanci annuali della Askoll P&C sono motivate per circa il 50% dagli ammortamenti (mediamente 2,5-3 milioni annui), che per scelta aziendale sono ripartiti su 5 anni anche per cifre ingenti anziché su periodi più lunghi, provocando di conseguenza evidenti criticità sul bilancio nel breve periodo, soprattutto se contestualmente vi è uno startup di un nuovo motore.
- L’Azienda ha deciso di chiudere Castell’Alfero nella primavera 2013 (come da documento pubblicato da LA STAMPA e da ammissione del consulente aziendale), ma ha comunicato la sua decisione a maestranze e sindacati solamente tramite Lettera di licenziamento collettivo per cessazione il 25 febbraio, a 3 mesi dalla perdita del posto di lavoro e con l’aggravante di in un contesto territoriale che ha del drammatico dal punto di vista della prospettiva occupazionale; un atteggiamento di autentica violenza sociale nei confronto dei lavoratori, che giustifica ampiamente i 40 giorni di civile presidio, quando invece c’era tutto il tempo per gestire e trovare soluzioni anche con l’aiuto delle istituzioni.
- La Askoll NON ha valutato attentamente tutte le proposte di sostegno da parte delle istituzioni; questo è ben evidenziato nel verbale redatto dal MiSE dopo l’incontro del 21 marzo.
- Le proposte economiche delle Istituzioni non riguardano esclusivamente progetti di ricerca (con contributi a fondo perduto in questo caso sino al 40%) ma anche mirate a industrializzazioni immediate, con opportunità economiche anche importanti. In sostanza, aldilà di prese di posizioni a prescindere imprenditoriali, a fronte dei concreti aiuti delle Istituzioni, del biennio di Contratti di Solidarietà e relative decontribuzioni, dei sicuramente elevati costi legati alla chiusura, l’obbiettivo di rendere sostenibile lo stabilimento non è poi così astruso.
- Le concrete offerte formative dell’azienda si possono ben riassumere nei 2 Corsi di riqualificazione per i Cassaintegrati a zero ore del dismesso Reparto Mca, previsti già in estate, ma ora naufragati per lungaggini e soprattutto per un macchinoso tentativo da parte della Direzione di ricaricare poche migliaia di euro a carico della collettività, a discapito della fluidità e chiarezza dei percorsi formativi.
- L’integrazione di alcuni lavoratori in altre lontane società del Gruppo è già stata proposta dall’azienda, con proposte verbali fumose e contraddittorie, rispetto anche a dichiarazioni fatte dalla Direzione in sede Ministeriale a Roma.
- La competitività dell’azienda passa attraverso politiche commerciali chiare e magari attraverso l’introduzione di nuovi prodotti, nonché purtroppo a sacrifici da parte delle maestranze, dichiaratesi comunque da tempo disponibili in tutti i tavoli istituzionali e non. Non ultimo però l’aspetto della corretta gestione dei Contratti di Solidarietà che offrono sì flessibilità e risparmio economico per le aziende ma se applicati correttamente; questi ammortizzatori sociali sono anche “tarabili” alla stipula sulle esigenze di maggior flessibilità da parte aziendale, ma neppure questo aspetto è stato curato, anzi si è andati in inspiegabilmente in controtendenza.
- l’ultimo argomento del Comunicato stampa, dal tono senza dubbio un po’ “terroristico”, ventila il fallimento della Askoll P&C che non è assolutamente un obbiettivo sindacale, ma va segnalato che è stato già stato attentamente analizzato dall’Azienda, che lo ha già prospettato in varie modalità 10 giorni fa in un incontro presso l’Unione Industriale. Nella sciagurata ipotesi… se Holding e il Gruppo pensano di non esserne toccati restandosene fuori, si sbagliano di grosso considerati tutti gli intrecci sia emersi qui che ancora da enunciare e pure le oggettive responsabilità decisionali.
Il dottor Furlan ha tentato nel suo Comunicato di far uscire “splendida” la Askoll da questa vicenda, ma la verità toccata con mano da Lavoratori, Sindacati e Istituzioni è ben ben altra… e in futuro qualcuno lo appurerà…

mercoledì 26 marzo 2014

Camera: alle 15 question time con Guidi, Poletti e Martina

Roma, 26 mar. - (Adnkronos) - Si svolgerà oggi alle 15.00 il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio. Il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, risponderà a interrogazioni sulle iniziative per sviluppare l'informatizzazione e la digitalizzazione e per l'attuazione dell'Agenda digitale; sulle iniziative volte a salvaguardare i livelli produttivi e occupazionali dello stabilimento Askoll di Castell'Alfero in provincia di Asti.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Camera-alle-15-question-time-con-Guidi-Poletti-e-Martina_321372301868.html


NUOVA SERRATA


martedì 25 marzo 2014

QUADRUPEDE ELETTRICO

In anteprima mondiale il nuovissimo progetto innovativo...il quadrupede elettrico.



LA GIUSTIZIA DIVINA

Dopo aver letto l'ultima fatica del menestrello Massimo Furlan ci siamo resi conto ancor più di quanto sapevamo già: quanto ridicola sia questa Azienda nei suoi Comunicati Stampa. Comunicati stilati ad hoc per cercare di convincere chi legge, dei perchè sia inevitabile una chiusura, se non per incapacità, presunzione e arroganza del non saper fare di un management di basso livello. Peccato che questo management sia tutto nel nord-est! Siamo ulteriormente disgustati.


Marioni, Beaupain, Bolcati, Bassini, Faccio e il menestrello Furlan (i non nominati non si sentano esclusi...), per solleticare la vostra "intelligenza" riportiamo un riassunto del Canto Terzo dell'inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri: 

"...Nell'Inferno Dantesco si entra tramite una porta; un’iscrizione sulla sua sommità dice che quel luogo di pena è eterno, creato dalla giustizia divina per punire i peccatori. Virgilio invita Dante ad armarsi di molto coraggio e ad abbandonare ogni titubanza ed esitazione; lo prese infine per mano e lo introduce nel regno del male, dove soffrono le anime senza più speranza di salvezza. Un forte tumulto, fatto di lamenti, grida e pianti, imprecazioni e gesti di disperazione, colpisce Dante che chiede a Virgilio chi mai possa essere quella gente così provata dal dolore: si tratta degli ignavi che, insieme agli angeli rimasti neutrali nello scontro tra Lucifero e Michele, sono cacciati dal Paradiso e allo stesso tempo rifiutati dall'Inferno; pertanto si trovano nell’Antinferno, in una condizione così spregevole da invidiare gli altri dannati: seguono una bandiera, nudi e punti da mosconi e vespe; il loro sangue, che si mescola alle lacrime, nutre luridi vermi. Dante scorge un’altra massa di dannati: sono i peccatori in attesa di essere traghettati sull’Acheronte e di giungere nel luogo dove la giustizia divina li condanna a scontare in eterno la loro pena..."

Pubblicheremo tranquillamente in versione integrale il Comunicato Stampa emesso dall'Azienda nella giornata di oggi facendo le dovute osservazioni.

Si vis pacem, para bellum.




domenica 23 marzo 2014

RELAZIONE INCONTRO MISE DEL 21.03.13

Venerdì 21 marzo 2014 mattina a Roma, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, si è svolto il tavolo sulla crisi della Askoll P&C di Castell’Alfero (ex Ceset) per scongiurarne la chiusura.
L’incontro è durato circa 2 ore e mezza, durante il quale e le Istituzioni hanno messo sul tavolo le proprie proposte concrete mirate al sostegno dello stabilimento castellalferese.
Le azioni economiche messe sul piatto dalle istituzioni sono state:
REGIONE
- 200.000 euro a fondo perduto oppure 1.000.000 euro di finanziamento a tasso agevolato (per l’industrializzazione del motore askoll motor Evo)
- sino al 40% a fondo perduto su progetti di ricerca e sviluppo come quello della mobilità elettrica; su questo settore la Regione si è detta molto interessata, anche a fronte della partnership già avviata dalla Askoll Holding con l’azienda torinese Model Master (progetta e realizza prototipi e componenti per veicoli di case automobilistiche di tutto il mondo)
- misure x evitare delocalizzazione (cifra da quantificare)
Quest’ultima azione è già stata applicata nella crisi all’Embraco di Chieri nel 2005 con l’acquisto da parte della Regione di un capannone dell’azienda per far arrivare denaro nelle casse aziendali. Furono impegnati per tale operazione ben 12.700.000 euro regionali, con il contributo del Ministero delle Attività Produttive di 5.000.000 euro. La Regione si è offerta di ripetere l’azione acquistando un capannone della Askoll P&C.
- misure per il sostegno al reddito dei lavoratori (Cigd, formazione)
MINISTERO Mise
- aiuto finanziario da quantificare, in collaborazione con la Regione
COMUNE
- riqualificazione parte terreni e/o capannoni per una riconversione commerciale
GOVERNO
decontribuzione sino al 40% per le aziende che applicano i Contratti di Solidarietà
Pur mancando ancora un Decreto interministeriale che stabilisca i criteri per la individuazione dei datori di lavoro beneficiari di questa riduzione contributiva, per la Askoll P&C si profilerebbe (ipotesi tutt’altro che remota considerato che il primo tavolo ministeriale è del 6 dicembre scorso) una riduzione del 35% su tutti gli oneri contributivi dei lavoratori in CdS, pari sino a circa 400.000 annui (art. 5 del Decreto Legge del 20 marzo 2014, n. 34 - Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese).
RSU
- disponibilità a trattare a 360° compreso il fattore economico
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha detto in maniera decisa e precisa che la Askoll P&C, a fronte di tutte queste disponibilità messe sul tavolo, non è da chiudere, invitando l'azienda a prender tempo per analizzare congiuntamente e tecnicamente tutti le proposte emerse nell’incontro, cosa ribadita sia da Regione che da O.O.S.S..
L’Amministratore Delegato non ha ritenuto le offerte ricevute congrue per risanare oggi la situazione in rosso dello stabilimento, che a suo dire mina anche il gruppo, non accettando il confronto tecnico.
La Regione ha dichiarato che le spese di chiusura e il valore di ciò che è stato messo sul piatto sono sproporzionate rispetto la decisione sulla chiusura, che ha i benefici economici ipotizzati dalla delocalizzazione solo a lungo termine.
Le O.O.S.S. che si tratta di una chiusura a prescindere, e la delocalizzazione in Slovacchia presenta rischi produttivi e di sviluppo intrinsechi non indifferenti.
Il Mise ha concluso prendendo atto che si tratta di una decisione unilaterale dell'azienda, affermando che il tavolo rimane comunque aperto.
Erano presenti all’incontro ministeriale:
• Dott.ssa Gatta, Ministero dello Sviluppo Economico
• Dott.ssa Cherubini, Ministero dello Sviluppo Economico
• Dott.ssa Quaglia, Assessore Regione Piemonte
• Dott.ssa Parodi, Assessore al Lavoro del Comune di Asti
• Dott. Marengo, vicesindaco del Comune di Castell’Alfero
• Deputato Fiorio, Partito Democratico
• Deputato Romano, Movimento 5 Stelle
• Deputato Pesco, Movimento 5 Stelle
• Deputata Rostellato, Movimento 5 Stelle
• Russo, attivista Movimento 5 Stelle
• Dott. Cavallo, Unione Industriali di Asti
• Ing. Faccio, Direttore dello stabilimento Askoll P&C di Castell’Alfero
• Dott. Bassini, Direttore delle Risorse Umane Askoll Holding
• Dott. Beaupain, Amministratore Delegato di Askoll P&C
• Gioiello, Fim Cisl asti
• Morabito, Fiom Cgil Asti
• Uppo, Uilm Uil Asti
• Gamba, Rsu Uilm Askoll P&C
• Ricci, Rsu Uilm Askoll P&C
• Toniolo, Rsu Fim Askoll P&C

MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISTEI...!!! ART.2497 DEL CODICE CIVILE

Vicentini, siete sicuri che per voi il fallimento sia un'ottima idea? Per Castell'Alfero potrebbe...muoia Sansone con tutti i Filistei. Per chi come noi che messi in mezzo ad una strada non abbiamo nulla da perdere o quasi, dei progetti futuri di un'Azienda che ha solo fatto strage di lavoratori quantificato in 500 famiglie in un arco temporale molto breve non frega ASSOLUTAMENTE NULLA.


Riportiamo una norma del Codice Civile, legata al diritto fallimentare: l’Art 2497.

Siamo nell'ambito di quell’insieme di norme che disciplinano il fenomeno della direzione e coordinamento delle società: è il discorso della responsabilità della capogruppo.
Il legislatore della riforma, riprendendo una serie di decisioni già applicate dalla giurisprudenza, ha dato una disciplina innovativa dei gruppi.
La società capogruppo che ha la maggioranza è in grado di nominare gli amministratori, di revocarli e quindi è in grado di influenzare le decisioni delle altre società del gruppo.
Oggi il legislatore, dicendo che la società capogruppo, la società controllante è responsabile per le direttive che dà alle società controllate, implicitamente legittima questo potere di direzione e coordinamento: prima di questa norma, questo potere era visto come un potere di fatto, mentre oggi è lo stesso legislatore che legittima e prevede questo potere.
Ciò non significa che la società controllante debba per forza esercitare il potere di direzione e coordinamento; è difatti possibile il caso in cui la società si limiti ad esercitare il solo ruolo di socio di maggioranza, partecipando all'assemblea, nominando gli amministratori e approvando il bilancio.
Laddove il potere di direzione e coordinamento sia esercitato in modo non corretto, scatta la responsabilità della società capogruppo nonché degli amministratori della stessa.
Tre sono i presupposti della responsabilità della capogruppo; due presupposti di questi devono esistere e uno invece deve mancare:
- il non corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento o, come dice il legislatore, “l'esercizio di tale potere in violazione dei corretti principi”; ancora una volta il legislatore fa riferimento a principi che sono extra giuridici;
II. si sia verificato un danno al patrimonio della società controllata: ad esempio la società controllante impone alla società controllata l'acquisto di beni, magari da un'altra società del gruppo, imponendo un prezzo di mercato: vi è in questo caso il corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento; se invece impone questo acquisto ad un prezzo maggiore, è evidentemente un caso di esercizio scorretto del potere di direzione e coordinamento, in quanto comporta un danno per il patrimonio della società controllata;
III. occorre che il danno arrecato alla controllata da un non corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento non sia compensato da un equivalente maggior vantaggio che deriva alla controllata dall'appartenenza nel gruppo; in altre parole se questa operazione di acquisto comporta per la controllata l'esborso di una cifra maggiore di quella che avrebbe pagato se non ci fosse stata la violazione dei corretti principi, ma se la controllata riceve dalla controllante dei servizi a titolo gratuito pari alla perdita riportata nel patrimonio, allora il danno è compensato: è questa la teoria dei vantaggi compensativi, desumibile dall’Art 2497.
Occorre che il danno derivante dal non corretto esercizio del potere di direzione e coordinamento da parte della controllante non sia compensato da equivalenti maggiori vantaggi compensativi derivanti alla controllata dall’appartenenza al gruppo.

Può essere promossa un'azione di responsabilità nei confronti della capogruppo da parte dei soci di minoranza o dei creditori sociali; dai soci di minoranza perché il danno provocato alla controllata può aver avuto ripercussioni sulla loro posizione, sulle loro azioni; da parte dei creditori sociali in quanto il danno alla controllata potrebbe aver reso insufficiente il patrimonio della controllata a garantire i loro crediti.


Cosa succede se la società controllata fallisce? Sempre all’Art 2497 si dice che l'azione di responsabilità che sarebbe spettata ai creditori sociali è esercitata dal curatore. Il curatore dovrà così verificare se la capogruppo ha esercitato il potere di direzione e coordinamento, e se sì, come lo abbia esercitato.
L’azione di responsabilità è così un'azione che si può estendere a soggetti esterni, in particolare alla controllante, agli amministratori della controllante e anche agli amministratori della controllata, nel caso in cui avessero posto in essere passivamente le direttive provenienti dalla controllante.
Non è poi chiarissima quale sia la natura di questa azione: sembrerebbe doversi ritenere che l'azione promossa dai soci e che continua ad essere promossa dai soci nonostante il fallimento sia di natura contrattuale, perché si ritiene che sia un dovere di protezione della capogruppo rispetto ai soci di minoranza delle società controllate. Invece, secondo il prof, l'azione di responsabilità promuovibile dai creditori quando la società è in corso, o promossa dal curatore quando la società è fallita, è un'azione di responsabilità extra contrattuale.
Tema del “quantum”: con l'azione di responsabilità il curatore chiede che vengano condannati al risarcimento dei danni gli amministratori sborsando un certo ammontare




venerdì 21 marzo 2014

INCONTRO MISE CONCLUSO

L'incontro al MISE si è concluso con un nulla di fatto, le Istituzioni hanno fatto il loro dovere, forse si poteva fare di più (?). Vediamo di elencare a spanne ciò che la Direzione ha rifiutato:

Regione Piemonte
- 200000 Euro a fondo perduto o 1 milione di euro di finanziamento a tasso agevolato per progetto EVO;
- sino al 40% a fondo perduto su ricerca e sviluppo (mobilità elettrica);
- misure per evitare delocalizzazione (cifra da quantificare).
Ministero Sviluppo Economico
- Aiuto finanziario (da quantificare)
Comune di Castell'Alfero
- Riqualificazione parte terreni e/o capannoni per riconversione commerciale
RSU
- Disponibilità a trattare a 360° compreso il fattore economico (salario)
Governo
- Decontribuzione 35% su CdS (circa 400000 euro/anno)

Probabilmente si sarebbe potuto fare meglio, ma nonostante tutto il buon Marioni e la Banda Bassotti volutamente non si sono mossi dalla posizione di chiusura del sito di Castell'Alfero.

Altra dimostrazione che questa Azienda prende decisioni di pancia e non di testa...
E allora avanti! Altro giro altra corsa! Askoll3 sarà la prossima! 

Una cosa non ci è ben chiara: si fingono stupidi e incapaci per mascherare il fatto che sono delinquenti oppure sono stupidi e incapaci diventati delinquenti per tamponare i danni causati dal loro essere stupidi e incapaci?



Askoll, oggi l’incontro decisivo al ministero

ARTICOLO DEL GIORNALE  LA NUOVA PROVINCIA DI ASTI DEL 21/03/2014

Venerdì è il giorno della verità. Alle 11 è infatti previsto, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico a Roma, l'incontro che potrebbe essere decisivo sulle sorti dello stabilimento Askoll di Castell'Alfero. Sì, perché da metà febbraio i 150 lavoratori dell'azienda (cui se ne aggiungono altri 60 in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività) sono in sciopero per il 50% del turno, con blocco delle merci in entrata/uscita, per protestare contro la volontà dell'azienda di chiudere la fabbrica il prossimo giugno. Una decisione conseguente alle perdite di fatturato causate dalla crisi economica in generale e da quella del settore elettrodomestici in particolare.

L'incontro di oggi è il "secondo round" del vertice tenutosi lo scorso 10 marzo, e vedrà attorno ad un tavolo gli stessi protagonisti: la delegazione aziendale, quella sindacale e le Istituzioni locali. E segue numerosi altri incontri che si sono svolti dopo quella data, a livello locale e regionale. Incontri che erano arrivati ad un livello di tensione molto elevato, di scontro e di "muro contro muro" che aveva bloccato qualsiasi forma di dialogo. Tanto che martedì pomeriggio l'azienda aveva chiuso i cancelli dello stabilimento con i lucchetti per impedire l'ingresso dei lavoratori che dovevano lavorare per il 50% del turno, atteggiamento stigmatizzato da parte sindacale. 

La situazione è stata riportata alla calma grazie all'intervento del Prefetto Pierluigi Faloni che mercoledì mattina ha convocato i sindacati in Prefettura e il giorno successivo ha invitato a sedere attorno ad un tavolo azienda e parti sociali. «L'incontro è stato positivo - commentaIsidoro Gioiello (Fim Cisl) - in quanto è stato riaperto il canale del dialogo. Ora bisogna vedere cosa accadrà domani». I benefici del clima rasserenato si sono visti subito, tanto che già mercoledì l'azienda ha tolto i lucchetti ai cancelli e, in risposta, i sindacati hanno concesso l'uscita di otto pedane di motori destinati ad un cliente statunitense. 

Soddisfatto dell'incontro anche Beppe Morabito (Fiom Cgil): «E' sempre positivo che le Istituzioni facciano da mediatrici in situazioni così complesse. In particolare ieri il Prefetto ci ha invitati ad illustrare la nostra proposta tecnica per evitare la chiusura dello stabilimento con l'inserimento di nuove produzioni che potrebbero risollevarne le sorti, anche se non mi pare che la risposta dell'azienda sia stata positiva, in quanto è emerso che il nostro lavoro non collima con i tempi stretti di cui necessita la proprietà per intervenire sulle perdite di bilancio. Speriamo quindi che a Roma la proprietà possa cambiare idea, o perlomeno rimandare la chiusura sfruttando le opportunità che potrebbero arrivare da Ministero e Regione». 

Segnali di apertura arrivano anche da parte aziendale. «Ringraziamo le Istituzioni, e in particolare il Prefetto - afferma Massimo Furlan, direttore Comunicazione del Gruppo Askoll - che ha riportato il confronto su temi seri e concreti. E' stato un primo passo in avanti che ha consentito un utile scambio di informazioni tra sindacati e azienda, anche se non ha risolto i problemi dello stabilimento. Speriamo quindi che al Ministero si trovi lo stesso tipo di collaborazione, anche a livello di Istituzioni, per arrivare a trovare le migliori soluzioni possibili».
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Considerazione: Il fantasma FURLAN si è fatto sentire dopo un mese di silenzio e come al solito a raccontare la solita minestra fritta. Il disco si è incantato? "MA CHI VUOL PRENDERE IN GIRO?". 

Peccato che siamo sempre un passo avanti rispetto a loro e tutto quello che è accaduto al Ministero lo si poteva immaginare.
Loro pensano di essere furbi ma dovranno dimostrarlo fino in fondo.
Al Prefetto hanno raccontato la storiella senza però menzionare come hanno definito le istituzioni astigiane e piemontesi. Tempo al tempo.
Noi possiamo dire che per loro hanno vinto una sola battaglia. Ora vediamo cosa avranno da offrire per coprire il silenzio di noi tutti.


Askoll P&C: tavolo al Mise. Sindacati: si va "verso il fallimento, non solo della fabbrica"

ARTICOLO DEL GIORNALE DI VICENZA DEL 21/03/2014


Mentre Tiziano Toniolo della Rsu come Fim Cisl fa fatica a parlare perchè è reduce anche da un'assemblea all'esterno dei cancelli con i 223 licenziati della Askoll di Castell'Alfero, che, come se non bastasse la chiusura decisa per il 7 giugno per delocalizzare in Slovacchia la produzione, stanno subendo la serrata decisa dal gruppo vicentino di Elio Marioni, è Silvano Uppo, segretario provinciale della Uilm di Asti, a confermarci che dopo l'incontro con il Prefetto di Asti, «domani alle 10 è in programma la convocazione al Mise».
Aggiunge Uppo che «in assenza di un intervento forte delle istituzioni l'azienda conferma la chiusura il prossimo 7 giugno, in quanto svilupperà la versione Evo del motore in Slovacchia investendo in quel sito 1.500.000 di euro lasciando, quindi, l'Italia».
Comunque «l'azienda sarà presso il ministero prima di noi» conclude "telematicamente" il dirigente Uilm, non sappiamo se con un sorriso beffardo, visto che l'azienda non si sarebbe presentata secondo il "duro" consulente Maurizio Mastelli, a cui Marioni ha affidato il ruolo di "assaltatore" degli operai al grido coraggioso di "a morte quel pirla di VicenzaPiù che sta raccontando la vicenda anche a Vicenza!"
Beppe Morabito, dirigente della Fiom Cgil, aggiunge che «negli incontri presso la Prefettura di Asti, ieri disgiunti oggi congiunti, è stata data solo la disponibilità a discutere domani al Mise ma senza alcun arretramento sulla volontà di chiudere. Il Prefetto ha provato la mediazione proponendo di spostare più in là la data di chiusura e di ritirare quella attuale per provare a verificare assieme a maestranze e sindacato le possibilità di produrre i nuovi motori Evo, Erod e mobilità elettrica che noi abbiamo proposto di sperimentare e produrre presso il ns. stabilimento».
Chiedo conferma della presenza dell'azienda al Mise anche a Morabito, visto che oltre che pirla sono anche duro di comprendonio, non di cuore, però, caro, Mastelli creatino (abitante di Creazzo, cioè, non si alteri ancora con un povero giornalista pirla!). Ora Maurizio, grazie anche alle nostre cronachette, lei è più famoso di prima come tagliatore, in nome e per conto terzi, di dipendenti Askoll, prima a Mocalieri, oggi a Castell'Alfero. E domani, Dio non voglia quello che da Asti tutti prevedono, anche a Povolaro. Vero Marioni? Vero sindacati vicentini, sempre più muti nonostante le lotte dei vostri colleghi astigiani di Fim, Uilm e Fiom di Asti, privi della benché minima e tangibile vostra solidarietà?
Alla nostra domanda sulla presenza della Askoll a Roma, nonostante ... Mastelli, Morabito risponde così: «Sì, l'azienda ha dato la sua adesione all'incontro. Sì, è vero che Mastelli aveva "urlato" su tante cose compresa l'assenza della Askoll al Mise, ma per fortuna è stato un caso isolato, anzi lui è stato già isolato: oggi non era più presente alla riunione in Prefettura ... Infatti se non fosse presente al tavolo ministeriale l'azienda perderebbe ulteriormente la faccia con le istituzioni. Credo che domani sarà una giornata decisiva».
Come potrebbe esserlo lo dice, non si sa se per preventiva amarezza o per scaramanzia pre tavolo,  Silvano Uppo che domani alle 5 di mattina partirà con la delegazione sindacale per Roma alle 5 di mattina «verso il fallimento. Forse il fallimento della trattativa di domani sembra lo cosa più probabile, forse domani sarà un altro fallimento delle politiche industriali di questo paese o anche solo il fallimento della Askoll P&C, perché se non si trova l'accordo potrebbe anche fallire tutto. Non ci sarebbe niente da portare in Slovacchia con lo stabilimento bloccato, i tecnici non disponibili a seguire Askoll nel progetto, i clienti persi per il blocco delle merci: quindi sarebbe il fallimento. Non il fallimento giuridico ma il fallimento...».
E si aprirebbe, fanno intendere i i sindacalisti, anche una fase in cui sarebbero pretesi «controlli sulla liceità dei fondi "pubblici" fatti erogare dalla Askoll per i contratti di solidarietà pur avendo in animo da ben prima di chiudere, sui bilanci intersecati tra controllate e controllanti del gruppo, sulla presenza di una partecipazione della "fallenda" Askoll di Castell'Alfero nella Askoll Tre di Povolaro dopo un giro di "compra e vendi" di linee di montaggio dei motori ...».

Quelle che le 223 famiglie astigiane non vogliono mandare in Slovacchia anche per evitare che poi ci vadano anche quelle della Askoll Tre di Povolaro...

giovedì 20 marzo 2014

LA DIFFIDENZA

L'innominabile è stato visto aggirasi per le vie cittadine e per la precisione nelle vicinanze dell'Unione Industriali. Evidentemente dopo aver dato di matto nella giornata di lunedì, si è convenuto di "evitare" la sua presenza fisica gli incontri. Continua a svolgere il proprio mestiere da FDT dalle retrovie, guidando la dirigenza vicentina nell'incontro odierno con le OOSS in presenza del Prefetto di Asti Dott. Pierluigi Faloni.

I toni pacati di oggi potrebbero confondere le reali intenzioni della Banda Bassotti, purtroppo nel corso di questi anni ne abbiamo viste troppe per fidarci completamente, specie di chi ha speculato pesantemente sul nostro Know-How facendo profitto a discapito di questo stabilimento rendendolo sempre più insostenibile economicamente giustificandone la chiusura. 

Da queste parti siamo diffidenti, la memoria è tanta e capiente...non dimentichiamo.

Un avviso ai colleghi di Askoll2 e Askoll3: attenzione anche a voi, nel corso di questi giorni siete stati tirati in ballo più volte nelle varie discussioni nei tavoli Istituzionali, la nostra "esperienza" che vi serva da lezione! Non siate indifferenti ai problemi che coinvolgono Castell'Alfero, questa dirigenza è senza scrupoli esattamente come il Paron MARIONI! 

Per non dimenticare ricordiamo sempre cosa dice l'art.372 del Codice Penale:
“Chiunque, deponendo come testimone innanzi all'autorità giudiziaria, afferma il falso o nega il vero, ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato, è punito con la reclusione da due a sei anni” 




mercoledì 19 marzo 2014

Il "tagliatore di teste" Askoll insulta VicenzaPiù che osa parlare di 223 licenziati mentre Marioni tace e snobba il Mise

ARTICOLO DEL GIORNALE DI VICENZA DEL 19/03/2014 ore 00:26
Uno dei presenti all'incontro in Assindustria Vicenza tra la delegazione aziendale della Askoll e i sindacati Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil, che rappesentano i 223 licenziati del sito di Castell'Alfero del gruppo che fa capo al vicentino Elio Marioni, ci ha riferito, senza tema di smentite vista la quantità dei partecipanti  e «per puro dovere di cronaca», che «ieri (17 marzo) il dott. Mastelli nel suo show personale ne ha avute per tutti, compreso lei, definendola "quel pirla di Vicenzapiù" mentre parlava della m****a che tiriamo addosso attraverso il blog Askollinlotta e il web a Marioni e ad Askoll».
Mastelli nei suoi improperi ha, quindi, attaccato, come ci si aspetta tipicamente da coraggiosi "tagliatori di risorse umane" per mestiere, i "deboli", come gli operai e  come VicenzaPiù, ben guardandosi dal proferire parola contro quelli che sono anche solo un po' più ... "muscolosi", come i giornalisti e i politici che grazie a Gianluigi Paragone, il conduttore de La Gabbia su La7, ne hanno dette un bel po' di verità analoghe a quelle raccontate da noi.
Non sappiamo, allora, se siamo più spaventati (feriti?) dal generale Marioni che, senza esporsi neanche per un'intervista e per dichiarazioni che ci aveva assicurato dopo aver provato prima a intimorirci poi a blandirci, manda avanti i suoi mercenari al grido "armiamoci e combattete" nell'incomprensibile (?) silenzio dei sindacalisti e dei media vicentini.
O da chi, come il "povero" Mastelli, ha il coraggio almeno di urlare contro tutto e tutti, destando sconcerto, ci dicono, anche tra gli amministratori pubblici e i funzionari di Assindustria Asti, mentre cancella il futuro di 223 famiglie a Castell'Alfero. D'altronde il consulente Mastelli sarebbe la testa di ... legno aziendale che ha fatto altrettanto con altre 300 famiglie a Moncalieri nel 2011 per conto di chi per questo misero lavoro lo paga profumatamente. Almeno così speriamo per lui vista la vergogna che una persona qualunque, ripetiamo una persona, proverebbe al suo posto invece di inveire ome ha fatto lui contro i lavoratori, che vorrebbero solo continuare a guagagnarsi un migliaio di euro al mese, apostrofandoli, dall'alto del suo cachet, con l'accusa di essere dei "sognatori".
Nel dubbio su chi più spaventa me stesso e il "povero" VicenzaPiù, dopo aver accennato ieri, lunedì, alla corrida che, secondo i sindacati, Mastelli avrebbe inscenato in Assindustria da intrepido torero assetato del sangue di tori, però già da altri affamati e feriti, riportiamo la cronaca dell'incontro di Tiziano Toniolo, il battagliero componente in quota Fim Cisl della Rsu, fatta prima che a noi ai lavoratori che oggi hanno ascoltato il racconto di chi c'era nella sala in cui si è rappresentato uno degli atti più squallidi del dramma della Askoll, ci dicono sindacalisti come lo tesso Toniolo della Fim Cisl, Silvano Uppo della Uilm Asti e Beppe Morabito della Fiom Cgil: loro insieme ai loro lavoratori non smettono di «sognare che il lavoro possa rimanere anche dove gli imprenditori vogliono azzerarlo dopo aver sfruttato i sacrifici dei dipendenti e le provvidenze pubbliche, anche quelle che forse non erano dovute, per il proprio esclusivo tornaconto».
Fino ad oggi abbiamo provato a fare cronaca e continueremo a farla, anche se Mastelli la definisce m***a, avendo molte informazioni, che sempre proviamo a controllare, da chi sta pagando per ... aver lavorato credendo in un'azienda, che, invece, dopo quelle iniziali di Massimo Fùrlan che abbiamo puntualmente riportato anche su due pagine di VicenzaPiù n. 268, si è trincerata dietro un silenzio che sa solo di colpa, visto che chi ha "ragioni" da vendere le rende note. Senza urla e col dovuto rispetto non tanto verso cronisti "pirla" come noi ma verso lavoratori che hanno onorato un'azienda che il suo presidente ha sempre descritto come modello. Salvo affidarne la distruzione a tal Maurizio Mastelli, che ha addirittura preannunciato che «all'incontro a Roma al Mise già fissato per venerdì 21 marzo alle ore 12.00 l'azienda non si presenterà...». 
Favorendo, però, almeno i sospiri di sollievo dei dirigenti e dei funzionari ministeriali che già temevano gli epiteti gratuiti, ma ben pagati, di Maurizio Mastelli, l'indefesso tagliatore di Creazzo.

Ecco la cronaca di Tiziano Toniolo dell'incontro show dilunedì 17 marzo in Assindustria Asti

Lunedì 17 marzo 2014 pomeriggio presso l'Unione Industriali di Asti si è svolto un incontro tra Azienda Askoll P&C e i Sindacati, per cercare una soluzione alla Lettera di Licenziamento collettivo per chiusura stabilimento del 25 febbraio. Cominciato alle 15.30 con un'ora di ritardo per attendere il consulente aziendale dott. Mastelli, arrivato molto, troppo carico dall'ampio mandato ricevuto dall'imprenditore, l'incontro infruttuoso si è protratto sin oltre le 19.00.
L'azienda è rimasta sulla dura posizione di chiusura stabilimento ed era solo disponibile a discutere i costi legati alla chiusura, tornando sulla eventualità di portare i famosi libri in tribunale.
Mentre i sindacati, definiti "sognatori" dal Mastelli, invece sono per il mantenimento del sito produttivo, come son sempre stati, e ribadendo ancora una volta la disponibilità a trattare a 360° sulla sostenibilità della Askoll P&C, cui va aggiunta una lunga serie di "pesi" da mettere sul piatto della bilancia, per farla pendere per il proseguo delle produzioni a Castell'Alfero.
Tra questi "pesi" vi sono:
- la reale possibilità di usufruire per altri due anni degli ammortizzatori sociali dei Contratti di Solidarietà (con relativa grande flessibilità della manodopera, difficilmente riscontrabile in altri ambiti, con bassi costi per l'Azienda);
- l'eventuale aiuto economico della Regione finalizzato ad un piano industriale che mantenga il sito aperto;
- il concretizzarsi a brevissimo di finanziamenti da MiSE e MiUR (in totale 1,5 milioni di euro, ma se il sito chiude...);
- i benefici derivanti dal tavolo ministeriale sulla crisi del settore dell'elettrodomestico italiano;
- la possibilità di monetizzare cedendo il pacchetto azioni di Askoll Tre detenuto dalla Askoll P&C (valore 2,6 milioni), anche alla luce della previsione aziendale che fra non molto non vi sarà più necessità di produrre pompe in Europa;
- i costi di trasloco delle linee in Slovacchia (milioni, di cui 600-700 mila euro di costi vivi + il fermo linee di tre mesi per relativi smontaggio e trasloco e rimontaggio + il periodo di formazione e addestramento della manodopera slovacca, stimato in circa un anno per tornare all'attuale regime produttivo, perché non vi sarà alcun affiancamento con personale esperto, né vi è una pregressa conoscenza del motore askoll motor);
- i costi legati al versamento del contributo di mobilità, pari a 9 mensilità in caso di mancato accordo, per ogni lavoratore licenziato (oltre un milione);
- i costi legali legati ai licenziamenti e relative cause;
- i costi legali relativi al mancato rispetto e conseguente nullità dell'Accordo firmato al Ministero del Lavoro del 05.06.2012; verrebbe messo in discussione l'intero biennio giugno 2012-2014 di ammortizzatori sociali (Cigs per chiusura Reparto Mca e Contratti di Solidarietà), con richiesta danni economici da parte da OOSS e maestranze oltre che a ragion veduta dall'Inps (in tal caso sarebbero diversi milioni di euro).
Senza contare le varie azioni di contrasto che le Istituzioni e i Parlamentari, intervenuti a sostengono dei Lavoratori sin dall'inizio della crisi, possono mettere autonomamente in campo, e i risvolti legati al documento pervenuto al quotidiano LA STAMPA, che illustra un piano di chiusura di Castell'Alfero databile all'estate scorsa, datazione in qualche modo anticipata dalla contro parte durante l'incontro odierno.
Infine vi sono i costi legati all'eventuale naufragio della messa in produzione in Slovacchia del nuovo motore askoll motor EVO già a budget 2014 (con clienti fortemente interessati), il cui know how appartiene però solo alle maestranze di Castell'Alfero, e del quasi scontato incerto avvio all'estero della produzione dell'attuale askoll motor (ma questi in fondo sono rischi che la dirigenza ha già dichiarato la settimana scorsa di volersi assumere).
Seppur infruttuosa la riunione ha offerto e offrirà numerosi spunti di riflessione sul futuro della trattativa; fra questi la dichiarazione di Mastelli che all'incontro a Roma al Mise già fissato per venerdì 21 marzo alle ore 12.00 l'azienda non si presenterà.
I toni si son accesi nel finale con insulti volati all'indirizzo dei Rappresentanti sindacali da parte del Mastelli, autore di un One Man show che difficilmente verrà scordato, nel male, da chi sedeva a quel tavolo; personalmente mi son un tantino vergognato (e son certo di non essere stato l'unico a disagio da entrambi i lati del tavolo, e in più occasioni durante tutto l'incontro) di appartenere a un'azienda che si fa così rappresentare... pure in una seria discussione che riguarda ben 220 famiglie.

Chiudo da "sognatore" quale sono e quale son fiero d'essere: per cancellare l'amarezza di una simile giornata a me è bastato volger uno sguardo alla splendida luna piena qua fuori... ad altri non basterà certo il fondo di un "gotto".

art.372 del Codice Penale

FALSA TESTIMONIANZA

“Chiunque, deponendo come testimone innanzi all'autorità giudiziaria, afferma il falso o nega il vero, ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato, è punito con la reclusione da due a sei anni”.

Chissà… può capitare che magari qualcuno rispondendo con leggerezza a domande di un Autorità di P.S. (a puro titolo d’esempio, chessò… un Prefetto) nell’ambito di una vicenda di pubblica sicurezza (sempre a puro titolo di esempio, chessò… un blocco stradale o una manifestazione di protesta) non ricordi questo articolo del Codice Penale.
Mannaggia: “Ignorantia legis non excusat”, sarebbe un bel guaio a fronte dell’art. 5 C.P.

…e il colmo sarebbe se queste “leggere” parole siano (sempre a puro titolo di esempio) state riportate a un parecchie persone nell’ambito di un incontro sulla pubblica sicurezza...
A BUON INTENDITOR.... 

martedì 18 marzo 2014

MASTELLI...SE LO CONOSCI LO EVITI

Postiamo la "prova" di una delle provocazioni messe in campo dal menestrello Mastelli. 
Come dice Crozza nel Paese delle meraviglie: tutto ciò è un SCIOGNO! 
Marioni ha voluto giocare il jolly...beh crediamo abbia fatto un'ottima scelta.


Riassunto dell'incontro tra Azienda e OOSS

Lunedì 17 marzo 2014 pomeriggio presso l’Unione Industriali di Asti si è svolto un incontro tra Azienda Askoll P&C e i Sindacati, per cercare una soluzione alla Lettera di Licenziamento collettivo per chiusura stabilimento del 25 febbraio.
Cominciato alle 15.30 con un’ora di ritardo per attendere il consulente aziendale dott. Mastelli, arrivato molto troppo carico dall’ampio mandato ricevuto dall’imprenditore, l’incontro infruttuoso si è protratto sin oltre le 19.00.
L’azienda è rimasta sulla dura posizione di chiusura stabilimento ed era solo disponibile a discutere i costi legati alla chiusura, tornando sulla eventualità di portare i famosi libri in tribunale.
Mentre i sindacati, definiti “sognatori” dal Mastelli, invece sono per il mantenimento del sito produttivo, come son sempre stati, e ribadendo ancora una volta la disponibilità a trattare a 360° sulla sostenibilità della Askoll P&C, cui va aggiunta una lunga serie di “pesi” da mettere sul piatto della bilancia, per farla pendere per il proseguo delle produzioni a Castell’Alfero.
Tra questi “pesi” vi sono:
- la reale possibilità di usufruire per altri due anni degli ammortizzatori sociali dei Contratti di Solidarietà (con relativa grande flessibilità della manodopera, difficilmente riscontrabile in altri ambiti, con bassi costi per l’Azienda);
- l’eventuale aiuto economico della Regione finalizzato ad un piano industriale che mantenga il sito aperto;
- il concretizzarsi a brevissimo di finanziamenti da MiSE e MiUR (in totale 1,5 milioni di euro, ma se il sito chiude…);
- i benefici derivanti dal tavolo ministeriale sulla crisi del settore dell’elettrodomestico italiano;
- la possibilità di monetizzare cedendo il pacchetto azioni di Askoll Tre detenuto dalla Askoll P&C (valore 2,6 milioni), anche alla luce della previsione aziendale che fra non molto non vi sarà più necessità di produrre pompe in Europa;
- i costi di trasloco delle linee in Slovacchia (milioni, di cui 600-700 mila euro di costi vivi + il fermo linee di tre mesi per relativi smontaggio e trasloco e rimontaggio + il periodo di formazione e addestramento della manodopera slovacca, stimato in circa un anno per tornare all’attuale regime produttivo, perché non vi sarà alcun affiancamento con personale esperto, né vi è una pregressa conoscenza del motore askoll motor);
- i costi legati al versamento del contributo di mobilità, pari a 9 mensilità in caso di mancato accordo, per ogni lavoratore licenziato (oltre un milione);
- i costi legali legati ai licenziamenti e relative cause;
- i costi legali relativi al mancato rispetto e conseguente nullità dell’Accordo firmato al Ministero del Lavoro del 05.06.2012; verrebbe messo in discussione l’intero biennio giugno 2012-2014 di ammortizzatori sociali (Cigs per chiusura Reparto Mca e Contratti di Solidarietà), con richiesta danni economici da parte da OOSS e maestranze oltre che a ragion veduta dall’Inps (in tal caso sarebbero diversi milioni di euro).
Senza contare le varie azioni di contrasto che le Istituzioni e i Parlamentari, intervenuti a sostengono dei Lavoratori sin dall’inizio della crisi, possono mettere autonomamente in campo, e i risvolti legati al documento pervenuto al quotidiano LA STAMPA, che illustra un piano di chiusura di Castell’Alfero databile all’estate scorsa, datazione in qualche modo anticipata dalla contro parte durante l’incontro odierno.
Infine vi sono i costi legati all’eventuale naufragio della messa in produzione in Slovacchia del nuovo motore askoll motor EVO già a budget 2014 (con clienti fortemente interessati), il cui know how appartiene però solo alle maestranze di Castell’Alfero, e del quasi scontato incerto avvio all’estero della produzione dell’attuale askoll motor (ma questi in fondo sono rischi che la dirigenza ha già dichiarato la settimana scorsa di volersi assumere).
Seppur infruttuosa la riunione ha offerto e offrirà numerosi spunti di riflessione sul futuro della trattativa; fra questi la dichiarazione di Mastelli che all’incontro a Roma al Mise già fissato per venerdì 21 marzo alle ore 12.00 l’azienda non si presenterà.
I toni si son accesi nel finale con insulti volati all’indirizzo dei Rappresentanti sindacali da parte del Mastelli, autore di un One Man show che difficilmente verrà scordato, nel male, da chi sedeva a quel tavolo; personalmente mi son un tantino vergognato (e son certo di non essere stato l’unico a disagio da entrambi i lati del tavolo, e in più occasioni durante tutto l’incontro) di appartenere a un’azienda che si fa così rappresentare… pure in una seria discussione che riguarda ben 220 famiglie.
Chiudiamo da “sognatori” quali siamo e quali siamo fieri d’essere: per cancellare l’amarezza di una simile giornata ci è bastato volger uno sguardo alla splendida luna piena qua fuori… ad altri non basterà certo il fondo di un “gotto”.

COMUNICAZIONE DI SERRATA

Nel tardo pomeriggio il nostro postino di fiducia Ing. Mario Faccio ci ha consegnato la comunicazione di SERRATA dell'Azienda.


Anche questa mossa era stata preventivata, ci mancava il quando...
Ovvio che l'Azienda vuole seguire la linea "dura".



Catenaccio nuovo ai cancelli. 

lunedì 17 marzo 2014

TORNANO SEMPRE A GALLA


A distanza di quasi tre anni si rivede il mitico Mastelli, arrivato a bordo della sua fiammante Lexus acquistata grazie a denari elargiti dalle aziende (Askoll in primis) e cicca fumante in bocca (...il fumo provoca il cancro...!). Ci si è dovuti affidare al "professionista", per far si di portare avanti una trattativa che fino ad oggi per Marioni non aveva portato i risultati attesi. L'incapacità manageriale, la nullità dei vertici aziendali han fatto sì di pagare profumatamente un consulente esterno. Che figata!!! Perché le aziende hanno bisogno di consulenti esterni? Il management che ci sta a fare oltre che ha portare a casa un ricco stipendio? Non è questione di capacità ma di esperienza. Sono dirigenti addestrati a gestire la crescita, non la crisi. Nel caso di Askoll non le sanno gestire entrambe. E le risorse umane? Teoria e poca pratica.

Noi la leggiamo in un solo modo: DEBOLEZZA! 

Interviene MARIONI, accerchiato dai "suoi" in modo autoritario dice: "...Bisogna prendere la situazione di polso!"
Ci ricorda una scena di un film d'altri tempi...



Ecco che ci si affida a persone che non hanno scrupoli, che si arricchiscono per ogni singola testa tagliata. Queste persone non sanno di nulla perchè sono pieni di niente. Quando si parla del nulla viene in mente ciò che ogni essere vivente "espelle" nella sua quotidianità: gli str***i. Essi stanno a galla, non vanno mai a fondo, quando diciamo che gli str***i galleggiano uno si domanda il perchè. Vediamo di dare una spiegazione semplice: gli str***i in questione, oltre alla fama di st***o, hanno un'altra peculiarità sono vuoti internamente, o se si preferisce, sono pieni di niente. Dunque, galleggiano. 

Siamo ad un ritorno al passato! Mastelli tende a portare sistematicamente la trattativa sul piano del nervosismo tentando di sfiancare con continue sospensive e riprese gli interlocutori, facendo affermazioni provocatorie, rimettendo continuamente in discussione concetti che sembravano già chiariti, addirittura interrompendo i suoi stessi dirigenti chiamati a chiarire aspetti tecnici nel momento in cui le domande poste dal sindacato non sono gradite, o forse temendo che le risposte possano in qualche modo metterli in difficoltà. Ancora una volta i numeri diventano entità soggettive, costruiti e smontati a piacere a seconda di quello che si intende dimostrare. 


Un film che abbiamo già visto...e che fa sempre piacere rivedere...